La Fgi: "Non c'è prova di atteggiamento vessatorio ma eccesso d'affetto"

Ammonizione per Emanuela Maccarani e assoluzione per la sua vice Olga Tishina per non aver commesso il fatto. Queste le richieste della procura federale, composta dal presidente Michele Rossetti, dai procuratori aggiunti Lorenza Mel e Giorgio Papotti e da Livia Rossi, procuratore nazionale presso la Procura Generale dello Sport del Coni, nel corso dell’ultima udienza che si tiene all’A.Roma Lifestyle Hotel del processo all’allenatrice delle Farfalle azzurre ed ex direttrice dell’Accademia federale di Desio, accusata da alcune ex allieve (Nina Corradini e Anna Basta) di abusi e violenze psicofisiche.

“Non c’è prova di un comportamento intenzionalmente vessatorio nei confronti delle ginnaste, l’ammonizione alla Maccarani consiste in una nota di sollecito scritto ad essere più attenta e non incorrere in errore in futuro. Riteniamo che ci sia un profilo di colpa a carico della Maccarani, che è quella di eccesso di affetto nei confronti della Basta. Cercando di recuperarla e renderla performante per farle raggiungere l’obiettivo ha determinato invece in lei del disagio” ha dichiarato il presidente della procura della Federginnastica, Michele Rossetti, nella sua requisitoria all’ultima udienza che si tiene all’A.Roma Lifestyle Hotel del processo all’allenatrice delle Farfalle azzurre ed ex direttrice dell’Accademia federale di Desio, accusata da alcune ex allieve (Nina Corradini e Anna Basta) di abusi e violenze psicofisiche. 

“Per la Procura non sono emersi atti o prove sufficienti che da parte della Maccarani ci sia stato un accanimento per ottenere una vittoria. Uno perché non è pensabile che delle atlete vessate abbiano un grande rendimento, due perché sarebbe stata una occasione d’oro da parte della squadra attuale scoperchiare questo meccanismo e dire tutte quanti basta. E invece è accaduto il contrario”, ha aggiunto Rossetti. “E’ un procedimento disciplinare anomalo perché non parte da una denuncia. In assenza di qualsivoglia denuncia è stato aperto un fascicolo e Anna basta e Nina Corradini sono state convocate per raccontare la loro verità a questa procura”, ha proseguito Rossetti nel suo intervento. “Il quadro probatorio ne esce ridimensionato. Il punto era trovare la linea di demarcazione tra quello che è il giusto e corretto rimprovero e quando invece questo sia superato ad una forma di offesa e umiliazione. Le due atlete hanno visto in qualche modo tradite, non realizzate, quelle che erano le loro aspettative. Bisogna tenere conto del fatto che è percorso tanto tempo da quando hanno lasciato la nazionale e poi ritenuto di denunciare questi fatti”, ha sottolineato la procuratrice aggiunta dello sport del Coni, Livia Rossi. 

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