Era il primatista e favorito, non ha tradito le attese e nei 100 dorso si prende la prima medaglia olimpica individuale

Un altro oro, sempre dal nuoto. Finora l’unica disciplina che sta trascinando il medagliere azzurro. Neanche il tempo di festeggiare Martinenghi che oggi è il turno di Thomas Ceccon, a dire il vero e anche quotato. Era il primatista e favorito, non ha tradito le attese e nei 100 dorso si prende la prima medaglia olimpica individuale, del metallo più pesante. Anche se davanti a telecamere e taccuini non può trattenere le lacrime: “Ho preparato la gara in ogni minimo dettaglio. Sono molto emozionato e felice. Proverò dopo a spiegare meglio quello che provo”, confessa a caldo alla Rai.

Poi spiega meglio: “Vincere l’Olimpiade è sempre stato il mio sogno, fin da ragazzino sapevo che potevo vincere questa medaglia. Ero emozionato sul podio, questo è qualcosa di molto forte. E’ una gara che capita una volta in 4 anni, se sbagli qualcosa perdi tutto. Il nuoto è uno sport crudele che si gioca sui decimi, mi è andata bene, la gara andava fatta così, è un tempo buono ma credo di valere ancora meno”.

“Rispetto alla finale dell’anno scorso stavolta sono andato forte subito e ho provato ad andare così fino alla fine, le finali vanno fatte così. La cosa brutta adesso è che avendo anche i 200 tra due giorni, me la poso godere solo questa sera la medaglia e sapendo che non ho vinto niente”, aggiunge il nuotatore di Thiene, che finora aveva provato l’ebbrezza del podio olimpico solo nelle staffette 4×100 e mista.

“Andrò a dormire sereno pensando già di fare le prossime gare, stasera non è che si festeggia, si giocherà al massimo a carte con i compagni. Domani si penserà ad altro, è un altro giorno”, ha aggiunto. “Nel nuoto ultimamente siamo forti, due ori così sono successi poche volte. Ora speriamo negli altri sport per alzare il medagliere, speriamo in una buona fine di Olimpiade”, ha concluso l’atleta del gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Una medaglia che definisce “scontata”, anche se “di scontato nel nuoto non c’è mai nulla. Dovevo stare tranquillo, ma mentalmente è stato logorante proprio perché mi giocavo tutto”, confessa.

Quarta solo per un centesimo nel 100 rana ma felice come non si era mai vista, Benedetta Pilato: “Quando ho letto un centesimo ho detto non ci posso credere. Non me lo merito proprio. È proprio stronzo. Però è un quarto posto alle Olimpiadi che per me vale come l’oro”, si dice sicura la tarantina, che rispetto alla gara di ieri “penso che sia l’opposto di quello che ho fatto in questi giorni, sono riuscita a tirare fuori due palle così. Se posso dirlo. E sono molto contenta di questo. Ci ho creduto sempre”, aggiunge Pilato, piangendo mentre sul monitor vede proprio Ceccon sul gradino più alto del podio dopo aver vinto i 100 dorso. “Mi ha detto dai vieni qua così ci facciamo compagnia. Gli ho detto togliti dal mio fianco perché a Budapest ai mondiali quando avevamo vinto uno dopo l’altro io andavo in camera di chiamata a togliermi l’acqua dagli occhialini per colpa sua. È stato bellissimo e poi abbiamo fatto anche le nazionali giovanili insieme, ci conosciamo da tanto e se lo merita. E poi, anche lui è arrivato a Tokyo quarto, quindi…”. Quindi appuntamento a Los Angeles.

E continua la festa anche per Nicolò Martinenghi, compagno di stanza e di briscola di Ceccon, dopo l’oro nei 100 rana, una gara che per l’azzurro non è stata “perfetta” ma “ho fatto la gara della vita”. “La mia tecnica cambia di giorno in giorno, il mio allenatore ha cambiato le ultime cose ieri nel riscaldamento prima della gara – ha aggiunto in merito alla correzione della posizione della testa adottata prima del tuffo – Io non sono una persona molto attaccata alla routine, amo il cambiamento anche all’ultimo secondo. Sono abbastanza bravo a immagazzinare cose nuove”.

A proposito del suo rapporto con la rana, l’azzurro ha aggiunto che “in realtà giocavo a basket e rimane il mio amore, la rana era quello che mi veniva più facile da fare. Io dico sempre che è la rana a scegliere l’atleta, non il contrario. La passione per il mio stile è fomentata dal risultato, se non raggiungo il risultato potrei anche smettere, avere l’obiettivo di raggiungerlo invece mi tiene vivo”. Cresciuto nel laboratorio del padre orafo, l’oro era nel suo destino: “Sì, sono cresciuto tra tanti gioielli ma di tutti il più bello che ho è questo“, ha ammesso Tete, che però non ha fatto i conti con la sua fidanzata Adelaide Radice. Che oggi era ospite a Casa Italia con lui e ha detto: “Una volta che abbiamo visto che era primo non abbiamo neanche guardato chi fosse arrivato secondo o terzo. Abbiamo iniziato a urlare, eravamo felicissimi, è stata una emozione difficile da descrivere. Non riesco a immaginare la sua felicità, finché lui è così io sono felice per lui. L’oro? Lo speravamo tutti, poi a me di base non interessa il risultato ma sono orgogliosa di quello che fa quotidianamente a prescindere”. Ora le vacanze insieme in Grecia, poi Lisbona per un master di marketing: “Staremo un po’ separati per un periodo – ammette Adelaide – però siamo abituati”. 

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