La pugile algerina fu esclusa dai mondiali 2023 per livelli di testosterone oltre la soglia

Nessuna preoccupazione, Angela Carini salirà sul ring di Parigi 2024 domani e non penserà ad altro se non cercare di affrontare al meglio la sfida olimpica femminile contro l’algerina Imane Khelif, pugile che fu esclusa dai mondiali 2023 per livelli di testosterone oltre la soglia. “Ci rimettiamo alle decisioni del Cio, lei pensa solo al match, poi dopo dirà quello che pensa”, il pensiero dell’entourage dell’azzurra. Dal canto suo, il presidente della Federboxe Flavio D’Ambrosi al momento resta in silenzio istituzionale rimettendosi alla nota del Coni e alla posizione assunta dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, secondo il quale “non è garantita sicurezza ed equa competizione”.

Nel frattempo si è scatenata la bufera tra i politici italiani, in particolare tra i rappresentanti della destra. “Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così“, ha fatto sapere in una nota Abodi. Polemiche sono arrivate anche da Matteo Salvini che ha affermato: “Abbiamo chiesto” come Lega “una informativa al ministro dello Sport, che un uomo combatta contro una donna mi sembra poco olimpico. Questo la prende a pugni, a botte, non giocano a scacchi…”. 

Non è mancato il commento di Ignazio La Russa. “Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici… È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?”, ha scritto su Facebook il presidente del Senato. 

Cio: “Sono donne sul passaporto, no caccia alle streghe”

Subito è arrivata la replica del Cio: “Queste atlete sono idonee, sono donne sul loro passaporto. Competono da molti anni. E penso non sia utile iniziare a stigmatizzare le persone che praticano sport come questo”, ha detto il portavoce del Cio Mark Adams nel corso nel briefing quotidiano. “Ma sono donne, hanno gareggiato a Tokyo 2020 – ha aggiunto – Penso che tutti noi abbiamo la responsabilità di cercare di mitigare questa situazione e non trasformarla in una sorta di caccia alle streghe. Si tratta di atlete che hanno gareggiato nella boxe per molti anni. Sono donne nei loro passaporti”. 

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