Finora i nostri atleti sono arrivati per 15 volte ai piedi del podio

Questione di centimetri, un cartello del giudice con un 10 in meno, a volte roba di decimi. A una settimana dalla fine dei Giochi di Parigi 2024, l’Italia si gode i sei ori già accaparrati (più di quelli di Tokyo 2020 nello stesso periodo), oltre a 8 argenti e 5 bronzi, ma d’altro canto lamenta 3-4 medaglie in meno nella media con l’ultima Olimpiade giapponese che aumenta ancora di più i rimpianti per tutti quei quarti posti che potevano valere almeno un bronzo per far numero.

“Vorrei ricordare che nel medagliere non comanda il numero di ori. Per il Cio, così come per me, conta il numero delle medaglie”, ha spesso ricordato il numero 1 del Coni Giovanni Malagò, in questi giorni sempre più preso tra Casa Italia e il tour tra le venue olimpiche sperando che quel legno si possa trasformare almeno in un bronzo, se non in qualcosa di anche più luccicante. Lo stesso Malagò nei suoi calcoli in passato non ha nascosto che per una nazione addirittura piazzarsi tra i primi 7-8 in ogni disciplina va a denotare il valore complessivo dell’attività olimpica.

Italia regina dei quarti posti

Sta di fatto che però i titoli sui giornali li prendono le medaglie e da Benedetta Pilato a Odette Giuffrida, passando per la doppietta di Simona Quadarella solo per citare i casi più eclatanti, l‘Italia finora è la regina indiscussa dei quarti posti in questi Giochi: ben 15, avanti a tutti nella virtuale classifica delle medaglie di legno. Per non parlare dei quinti posti (12) e dei sesti (7), che lanciano l’Italia team in testa al medagliere dei rimpianti con un totale di 34 medaglie sfiorate. Davanti a Gran Bretagna (11 quarti posti) e Canada e Cina (9).

Poi c’è reazione e reazione, la sottile linea mentale tra le felicità di Benedetta Pilato in lacrime dopo i suoi 100 rana che le hanno tolto il bronzo per un centesimo “stronzo” (“Sono troppo contenta, è stato il giorno più bello della mia vita”, le parole a caldo della nuotatrice azzurra) che ha destato la perplessità della ex schermitrice azzurra Elisa Di Francisca (“O ci fa o ci è….”) e la rabbia di una mancata medaglia, magari pesante come quella che aveva annusato Filippo Macchi e che invece per i torti di giudici si è trasformata in un più terreno argento. L’ha presa con il sorriso e la filosofia Simona Quadarella, collezionista di quarti posti, che dopo gli 800 ieri ha bissato nei 1500 stile libero ma, smaltita la delusione della sua gara preferita, ieri la romana ha ammesso: “Non sarà certo una medaglia (persa, ndr) e mettere in discussione quanto ho fatto per cinque anni”.

Altri quarti posti, quelli di Elena Bertocchi e Chiara Pellacani (sincro tuffi da 3 metri), Alice Volpi (fioretto), Luca Braidot (mountain bike), Benedetta Pilato (100 rana), Massimo Stano (20 km marcia), Matteo Loda, Giovanni Abbagnale, Giuseppe Vicino, Nicholas Kohl (canottaggio 4 senza), Alice D’Amato (ginnastica artistica alla around), Lorenzo Marsaglia e Giovanni Tocci (tuffi sincro da tre metri), Tammaro Cassandro (skeet). Resta l’ultima settimana, dall’atletica agli sport di squadra, sperando in nuovi Re Mida azzurri. 

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