La judoka vincitrice della medaglia d'oro alle Olimpiadi si racconta

“La cosa che ricordo della prima volta in cui sono salita su un tatami? La puzza di piedi. Ma l’importante è saperlo subito, no?”. Alice Bellandi, judoka, 24 anni, 78 chili e un grande sogno nella vita: rimanere libera. Nonostante l’euforia della medaglia d’oro vinta alle ultime Olimpiadi di Parigi Alice ha ben chiare le sue priorità: “Ho cominciato a fare judo all’eta di tre anni, ero piccolissima, andavo all’asilo – racconta Bellandi dal centro di preparazione olimpica a Ostia – Mi è subito piaciuto quel senso di libertà che ti dà lo stare a piedi nudi sul tatami, il contatto fisico, la possibilità di sfogare un’irruenza che ho sempre avuto fin da piccola e per la quale hanno consigliato a mia madre di portarmi in una piccola palestra. Il judo mi da la possibilità di rimanere bambina, di portarmi quella bambina che ero con me”.

Fin sul gradino più alto della gara più importante della vita di un atleta: le Olimpiadi. “Non ti nego che prima della gara piangevo praticamente tutte le sere, avevo paura di non rispettare le attese, è normale ma poi mi sono calmata pensando che ormai ero lì e l’unica cosa che poteva salvarmi era offrire la parte migliore di me. L’unica cosa che ti può far fallire, mi sono detta, è il non esprimerti, ‘soffocare’ quella bambina che è in me. La cosa più bella che mi porto a casa è il risultato di un percorso iniziato tre anni fa. Io ho ripreso in mano la mia vita, ho avuto problemi e stavo andando a fondo”, ricorda, pensando alla bulimia e ai tanti problemi di depressione che l’affliggevano, “ho preso quel barlume di speranza che mi guidava nell’oblio e che mi ha fatto dire: ricominciamo, il buio non dura per sempre. Io mi sono rialzata, ho ripreso me stessa in mano”.

Bellandi da tempo ha manifestato apertamente la sua omosessualità (“ho fatto i conti con me stessa”) e per festeggiare l’oro la prima cosa che ha fatto è andare a condividere la sua felicità con la persona che ama. Una immagine diventata iconica insieme alle tante belle cose che questa Olimpiade si porterà dietro: “Si parla ancora di quel bacio, quel video è diventato più virale della mia medaglia. Fa riflettere il fatto che conti di più chi io amo piuttosto di cosa faccio. Ma per me la cosa più importante è stata portare quella bambina con me, la versione migliore di me, e godermi quel tatami, che rivedi una volta ogni quattro anni. Alice da domani sarà in vacanza, il pensiero ovviamente va già alla prossima sfida (i mondiali del 2025), ma l’esigenza per lei è ora ricaricare le batterie e ripartire: “Ora la cosa più importante e per me più difficile è rilassarmi e tornare sempre più forte, sempre”.

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