Si tratta della prima medaglia azzurra nell'atletica
Il vento sta cambiando, aspettando Gimbo. L’atletica festeggia la sua prima medaglia alle Olimpiadi di Parigi 2024 e a firmarla è un ragazzo di 19 anni che dal bordo estremo dello stade de France sembra fare l’occhiolino a Tamberi: “Dai, adesso regalaci tu l’oro”. Il capitano azzurro poco prima aveva chiamato tutti a raccolta per la prova di oggi: “Sarà la gara più difficile della mia vita”. Anche se il bronzo olimpico che conquista Mattia ‘Spiderman’ Furlani sembra già tanto un oro, di precocità e simbologia. Un messaggio al campione olimpico Tentoglu con vista Los Angeles 2028.
Show Furlani a #Paris2024!
Mattia vola a 8.34 e conquista la medaglia di bronzo nel salto in lungo ai Giochi. 🥉
È il secondo azzurro a salire sul podio a cinque cerchi della specialità al maschile.
📷Ferraro CONI
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— CONI (@Coninews) August 6, 2024
L’azzurro, alla sua prima olimpiade sorprende il mondo con un 8.34 immediato al primo salto (con vento contro di un metro al secondo) che costringe subito il greco e il giamaicano Pinnock a darsi da fare. Al salto successivo passa l’8.48 che vale il secondo oro consecutivo per Tentoglu e il 8.36 per l’argento di Pinnock.
La prima medaglia azzurra dell’atletica
Ma Furlani può esultare avendo regalato l’unica medaglia di giornata per l’Italia (allungando così la striscia che dura da Rio 2016) e all’atletica azzurra la prima medaglia di una spedizione che sicuramente prometteva di più: “Mi sono stufato di piangere, sennò sembra che sono un ‘piagnone’. E’ stato incredibile, ci ho creduto fino alla fine, questa è stata l’emozione più grande avuta nella mia vita, Ringrazio tutti, chi ha supportato il mio percorso. Questa medaglia è tanto loro quanto mia”, dice a caldo Furlani. “Credo sia stata una delle mie migliori gare tecniche, oggi ho dimostrato a me stesso tutto quel lavoro su come approcciare in pedana. Sono contento che una serie del genere sia venuta fuori oggi. Sul lato emotivo questa è la dimostrazione che per alcune cose ci vuole del tempo, un anno fa ai Mondiali di Budapest ero fuori dalla finale, ora sono qui. Bisogna dare tempo ai giovani e dare processo alle cose, sono sicuro che migliorerò ancora. Bisogna dare fiducia a tutti i ragazzi, spero di essere stato una ispirazione per crederci, bisogna avere tempo per raggiungere determinati risultati”, prosegue l’azzurro classe 2005. “Una medaglia olimpica vuol dire tanto, credo sia qualcosa che ho sempre aspirato nella mia piccola carriera di atleta. Spero sia l’inizio di una grande serie di medaglie”, è la sua splendida promessa.
Arese record italiano nei 1500
Contro i giganti dei 1500 metri (Hockner campione e con record olimpico) non poteva fare di più Pietro Arese, che migliora il record italiano da lui stesso battuto a maggio scorso e chiude ottavo la finale con il tempo di 3:30.75: “Un ottavo posto testimonia che sono un finalista olimpico e poi questo tempo cronometrico, ammetto che sono rimasto sorpreso di vederlo. Questo stadio è incredibile, c’è così tanto tifo che è frastornante. Ora festeggerò un po’ questo primato”, ha detto a fine gara. Ottimo anche il debutto per Larissa Iapichino a Parigi. La vicecampionessa europea nel lungo decolla a 6,87 (+0.1) con il secondo salto e si prende la qualificazione diretta per la finale superando la misura richiesta di 6,75 dopo aver cominciato con 6,60 (+1.1). È seconda in classifica dietro alla statunitense iridata indoor Tara Davis-Woodhall che atterra a 6,90 (+0.7) mentre la tedesca Malaika Mihambo, oro ai Giochi di Tokyo, piazza un 6,86 (+0.4) al terzo tentativo staccando in sicurezza (più di trenta centimetri regalati alla pedana) per riscattare i due nulli iniziali. “Mi sono piaciuta – le parole di Iapichino – e non sono stati salti perfetti. È la mia prima finale olimpica, la aspetto da tre anni. Ho ripensato a quando ero piccola, e sognavo di arrivare a un traguardo del genere, e alla diciottenne che nel 2021 era accasciata a terra dopo l’infortunio che mi ha impedito di esserci a Tokyo. Sono state le due più grandi motivazioni. Mi auguro di essere la migliore Larissa di quest’anno, spero di poter sfruttare al meglio l’occasione”. Niente da fare invece per Ayomide Folorunso che non riesce a centrare la qualificazione alla finale dei 400 ostacoli donne chiudendo la semifinale con il quinto tempo di 54.92 che non è bastato per garantirle un posto tra le prime 9 che si contenderanno la finale. Dodicesima e ultima nel lancio del martello Sara Fantini con la misura di 69.58.
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