“Non conosco Olimpiade dove non ci siano state polemiche”. Esordisce così il presidente del Coni Giovanni Malagò nella conferenza stampa di bilancio dei Giochi di Parigi 2024. Un’edizione che, dal caso Carini-Khelif (“Chi non starebbe con l’atleta del proprio Paese? Conosco Angela, ma io sono anche un membro Cio…”) alle proteste contro gli arbitri, su tutte quella della pallanuoto. Eppure, la 40esima medaglia vinta dalle ragazze di Julio Velasco nel volley colora tutto un po’ più di rosa. L’Italia chiude le Olimpiadi di Parigi 2024 con 40 medaglie di cui 12 argenti, due in più di Tokyo 2020.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò traccia il suo personale bilancio: “Siamo molto contenti, non era affatto scontato, soprattutto fino a 4-5 giorni fa, che questo avvenisse. E’ successo perché abbiamo portato 87 atlete e atleti in finale, ed è quello che ho sempre sostenuto: per prendere 40 medaglie devi avere almeno il doppio di persone che sono competitive all’inizio in zona medaglia. Poi se sei fortunato puoi realizzarne il 50% o meno, e noi questo lo abbiamo rispettato. Molte medaglie le abbiamo lasciate per strada, qualcuna veramente con grande sfortuna o accadimenti, altre le abbiamo guadagnate oggettivamente in un modo che per i non addetti ai lavori è sembrato sorprendente. Un’olimpiade di successo, siamo felici soprattutto per gli italiani, per la Nazione, per le persone che in modo incredibile hanno seguito i Giochi. Ho visto i dati incredibili di share, di audience, digitali e di visualizzazione. Ci siamo sentiti anche responsabilizzati per fare grande nello sport il nostro Paese. Cosa che oggettivamente credo che dia prestigio all’intera nazione”.
Quello che rende più orgoglioso il presidente Malagò, è il fatto che per la prima volta le donne abbiano superato gli uomini quanto a medaglie vinte: “Mai successo, e qui le donne non è che hanno vinto, hanno dominato. Su 12 medaglie d’oro, due sono mix, lo skeet e la vela, tre sono maschili e 7 femminili. Ma se andiamo a vedere quelle femminili, ci sono componenti multiple per cui il numero finale delle medaglie d’oro recita 26 donne e cinque uomini, quindi un rapporto di 1 a 5. Sportivamente siamo un paese oltre che multidisciplinare anche con una rappresentanza di genere molto bene espressa”. Tra tutte le medaglie vinte dall’Italia Team, quella a cui Malagò è più legato è sicuramente quella della pallavolo femminile: “Lo sport di squadra ci mancava dal 2004 col Setterosa ad Atene. Sicuramente ha sfatato un tabù, io non l’avevo mai vinta da presidente del Coni, ha un sapore diverso”.
E pensare che potrebbe essere la sua ultima Olimpiade da presidente del Coni, visto che per il governo il numero dei mandati esteso per i presidenti di federazione non vale per quello del Comitato olimpico: “Il ministro Abodi ha parlato di fine ciclo? Penso che oggi è un giorno di festa, la cosa meno bella è che sia stato molto fuori luogo che il ministro dello sport a cinque giorni dalla fine delle Olimpiadi, sapendo quanto ci ho messo la faccia e quanto mi sia speso, abbia sottolineato questa cosa. Non è solo un problema di stile, non mi aspettavo da Andrea questo”, ha osservato Malagò, rilevando che “mi ha fatto però piacere perché la politica deve occuparsi di sport, (Abodi, ndr) è partito ed è venuto oggi a vedersi la pallavolo, era in vacanza a Cagliari. Noi ne abbiamo bisogno”.
Diatribe politiche a parte, va dato atto a Malagò di aver vissuto un crescendo dalle 28 medaglie di Rio 2016 alle 40 di Tokyo con 10 ori e oggi le 40 con 12. Per questo, anche se con tutte le remore del mondo, il voto di Malagò per la spedizione parigina dell’Italia Team non può che essere più che buono: “Un voto? I voti non si devono dare a se stessi, ma agli atleti e alla spedizione penso che 8 e mezzo sia giusto. I numeri parlano molto chiaro”.