Pancalli (Cip) presenta a LaPresse lo 'squadrone' azzurro: 141 atleti in 17 discipline

Al via oggi, mercoledì, con la cerimonia di apertura da Place de la Concorde e dagli Champs-Elysées, le Paralimpiadi di Parigi 2024. Ad assistere alla cerimonia ci sarà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre nei prossimi giorni sarà nella capitale francese la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per assistere ad alcune gare. L’obiettivo degli azzurri è varcare la soglia record delle 69 medaglie di Tokyo 2020 e consolidarsi nella top ten mondiale, così da spingere ancora di più il movimento verso nuovi traguardi di integrazione e diffusione. Il tutto nel nome della multidisciplinarietà, vero fiore all’occhiello del Cip (Comitato italiano paralimpico). 

141 atleti in 17 discipline

L’Italia Paralimpica si presenta ai Giochi di Parigi con 141 atleti in 17 discipline. E la consapevolezza di poter lasciare ancora una volta un segno tangibile della propria forza, così da confermarsi un modello anche per gli altri Paesi, sta negli occhi e nelle parole piene di fiducia di Luca Pancalli, presidente del Cip, orgoglioso di presentare quello che considera un vero ‘squadrone’. “Sono patologicamente scaramantico e non faccio pronostici. L’asticella di Tokyo (14 ori, 29 argenti e 26 bronzi, ndr) è veramente molto alta. Superarla è difficile ma non impossibile. L’importante è sapere di essere arrivati lì avendo fatto di tutto per trovarci a tentare di superare la striscia”, dichiara a LaPresse.

Pancalli (Cip): “Siamo veramente uno squadrone”

“Sono molto ottimista. Devo dire che da questo punto di vista siamo veramente uno squadrone. Potremmo andare in medaglia in tutte le discipline. Quest’anno siamo presenti in 17 sulle 22 del programma paralimpico. Abbiamo delle corazzate potenti come il nuoto, la scherma, l’arco e il ciclismo dalle quali naturalmente mi aspetto delle conferme. Ci avviciniamo a questo grande appuntamento con grande attenzione, ma con la consapevolezza che abbiamo fatto di tutto, partendo dalle federazioni e dai gruppi sportivi, da quelli dello Stato e dai gruppi civili, per essere arrivati a Parigi nel miglior modo possibile. Quindi nulla ci è precluso. Abbiamo la delegazione più alta di sempre, e questo è un fatto storico, I risultati non vengono mai dal nulla o dal caso”, prosegue Pancalli, soddisfatto dello sforzo fatto. Le medaglie e le vittorie servono anche per migliorare tutto il movimento, così come le infrastrutture, e rispetto a tre anni fa lo stesso movimento del Cip ha fatto grandi passi in avanti. “Sta cambiando tutto e velocemente. Io credo che anche la stessa attenzione che oggi viene riservata agli atleti Paralimpici di tutte le discipline, al di là di quelli che poi sono diventati anche personaggi, ne è una chiara testimonianza. È evidente che Paralimpiadi dopo Paralimpiadi i risultati aiutano per far crescere sempre più questa attenzione, ma soprattutto per aiutare anche quell’opera di promozione e di avvicinamento di tanti ragazzi e ragazze che non hanno ancora scoperto lo sport”, precisa il numero uno del Cip.

Rete paralimpica dedicata su Rai2

Anche a livello mediatico le Paralimpiadi avranno in questa edizione tutta l’attenzione che meritano con una rete Paralimpica dedicata su Rai 2: “Questo si va naturalmente a sommare amplificando già lo straordinario lavoro fatto con passione e professionalità da Raisport ed è la dimostrazione di un mondo tutto che cresce. Il nostro è un sistema alla luce del quale si progredisce tutti insieme, e anche con la Rai siamo cresciuti da tempo: è iniziato un percorso nei primi anni del 2000, oggi cominciamo a raccogliere frutti importantissimi e uno di quelli è la rete Paralimpica. Naturalmente su questo costruiremo anche il futuro. Sono molto orgoglioso di questa rete Paralimpica. Dopo 24 anni di impegno come dirigente in questo mondo, ho pensato solo a costruirla. Vedere tutto questo, che il nostro presidente della Repubblica sarà presente, sapere che verranno il presidente del Consiglio, i ministri Abodi e Locatelli, e l’attenzione che abbiamo generato anche nei media, per me è una grande soddisfazione. Sembra tutto scontato ma per chi ha i capelli bianchi non lo è per nulla, ce lo siamo presi con caparbietà, lavorando seriamente. Sono contento del livello di coinvolgimento che siamo riusciti a creare”. Un futuro di impegno che l’Italia ha iniziato a tracciare da circa due decenni e che sta raccogliendo consensi fuori dagli stessi confini nazionali: “Con le Olimpiadi oramai i valori in campo sono pressoché equipollenti, a dimostrazione del fatto che da un lato quell’intuizione che probabilmente abbiamo avuto per primi nel mondo, seguita poi da altri comitati Paralimpici, di intersecare la nostra attività con l’attività del mondo olimpico nelle diverse discipline sta pagando. Ma è la dimostrazione che abbiamo una classe di tecnici in Italia in tutte le discipline che a volte è il vero valore aggiunto del mondo dello sport italiano”, specifica Pancalli, che legittima la qualità del ‘modello’ Italia.

“Dopo i Giochi mi auguro che cresca l’attenzione”

“Oggi al di là dei risultati in campo siamo soprattutto seguiti per l’impostazione del modello organizzativo e le per le strategie di politica sportiva della nostra visione. Noi abbiamo anticipato quello che probabilmente sta accadendo da un po’ di anni in altri importanti paesi, ma che soprattutto accadrà nel prossimo futuro. Più parlo con i miei colleghi dei comitati Paralimpici nazionali e più sono stupiti di come si possa essere riusciti a realizzare un modello che ha funzionato in collaborazione con il movimento olimpico. Siamo due facce della stessa medaglia e speriamo di essere all’altezza dei colleghi olimpici. Durante un pranzo con il ministro dello sport francese e altre autorità, il presidente dell’Ipc, Andrew Parsons, mi ha presentato come il presidente del Paese che più ha stupito nel quadriennio che è appena finito e si sta riaprendo”, aggiunge con orgoglio Pancalli che già guarda oltre. “Dopo i Giochi mi auguro che cresca l’attenzione. E che crescano i tesseramenti dei ragazzi alle varie federazioni. Ispirati dai loro colleghi che sono arrivati sul palcoscenico più alto che è quello di una Paralimpiade, provano a mettersi in gioco non soltanto per amore dello sport, ma anche nella consapevolezza che esiste un diritto allo sport che è di tutti e deve essere per tutti“. Sport che registrano una maggiore utenza e che nel Cip stanno abbassando di molto l’età anagrafica dei praticanti. “Grazie al lavoro delle federazioni c’è una grande opera di rinnovamento in termini anagrafici, quindi tanti giovani atleti, uno sport di squadra come il sitting volley che riesce a qualificarsi dopo uno straordinario titolo continentale. Insomma, sono tutti segnali che dicono che c’è stata una forte crescita di praticanti“.

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