Matilde Lorenzi, 20 anni, promessa dello sci azzurro è morta per le conseguenze della caduta di ieri. Lo comunica il Ministero della Difesa in un post su X. “La Difesa e il Ministro Guido Crosetto esprimono i sentimenti del più profondo cordoglio e si stringono in un ideale abbraccio ai familiari e ai colleghi del Caporale Matilde Lorenzi, atleta dell’Esercito e promessa dello sci azzurro, tragicamente scomparsa a seguito di un gravissimo incidente occorso durante una sessione di allenamento”, si legge nel post.
I funerali di Matilde Lorenzi, la giovane promessa dello sci azzurro morta oggi per le conseguenze di un incidente in Val Senales, in Alto Adige, si terranno giovedì 31 ottobre, alle 10, presso la parrocchia di San Lorenzo a Giaveno, in provincia di Torino. “Non fiori ma donazioni a favore del ‘Progetto in Memoria di Matildina’”, fa sapere la Fisi, la federazione italiana degli sport invernali, in una nota.
“Ho appreso con sincera commozione la notizia della morte di Matilde Lorenzi, Caporale presso il Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino. In questa tristissima circostanza, la prego far pervenire ai familiari le espressioni del mio più grande cordoglio e di partecipare la mia vicinanza all’Esercito Italiano“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Antonio Portolano.
Sul proprio sito la Federazione Italiana Sport Invernali (Fisi) ha pubblicato un comunicato per ricordare la giovane sciatrice. “Matilde Lorenzi ci ha lasciato. Ne dà notizia il Ministero della Difesa, che esprime il più profondo cordoglio per la 19enne portacolori dell’Esercito. Si unisce al dolore della famiglia anche il Presidente Flavio Roda che non ha parole per esprimere la tragedia che sta vivendo tutta la Federazione Italiana Sport Invernali, i suoi tecnici, gli atleti, le compagne di squadra, il Consiglio federale e tutto lo staff al completo”, si legge nella nota. “Matilde è rimasta vittima di una caduta nel corso di un allenamento che il team stava effettuando sulla pista Grawand G1 in Val Senales. La FISI è in lutto, e si stringe ai famigliari e agli amici e tutti coloro che hanno voluto bene a Matilde e la ricorderanno per sempre”, conclude il comunicato.
“Il casco evidentemente non ha dato protezione sufficiente. E purtroppo non esistono negli sport di velocità dispositivi efficaci, che non siano i caschi integrali da moto”. Lo dice in una intervista a Repubblica Bruno Andrea Pesucci, 69 anni, primario al San Camillo di chirurgia maxillo facciale, professore alla Sapienza e all’università Unicamillus.”Il trauma cranio-facciale si ha anche quando la testa è direttamente protetta da un casco, ma l’impatto sul volto è talmente violento da interessare anche la regione cranica, compreso il cervello. Alla piena sicurezza non arriveremo mai nello sci – afferma – Gli atleti hanno la necessità di avere visione al cento percento in ogni istante. Il casco di per sé deve evitare traumi alla testa: non ci sono dispositivi migliori”.”In tutte le discipline si è arrivati a tali velocità che la prevenzione è semplicemente impossibile. Nello sport, la performance è una necessità che spesso va a detrimento della sicurezza. Un problema in qualche misura gestibile ma ineliminabile”, sottolinea.