In una lettera, 43 presidenti su 50 chiedono di equiparare le norme "senza discriminazioni"
Giovanni Malagò presidente del Coni per un quarto mandato. Lo chiedono a gran voce 43 federazioni su 50 al governo in una lettera visionata da LaPresse in cui viene chiesto di equiparare le normative elettorali del Coni a quelle delle federazioni sportive. Su 50 federazioni del Coni sono state escluse dal coinvolgimento nel documento Aci, Aeroclub d’Italia e Tiro a segno (enti pubblici) mentre non sono stati interpellati Federnuoto e Federazione Medici Sportivi (i cui presidenti Barelli e Casasco sono parlamentari) e il numero uno del tennis, Angelo Binaghi, in opposizione a Malagò. La legge attuale preclude al presidente del Coni la possibilità di ricandidarsi in quanto giunto al terzo mandato.
Il testo della lettera
“I presidenti delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate ritengono necessario porre all’attenzione del governo, per un serio e costruttivo confronto, le questioni attualmente irrisolte nel mondo dello sport, a partire da quelle riguardanti le società e le associazioni sportive dilettantistiche, con particolare riguardo alla recente riforma dello sport fino alla questione relativa al limite dei mandati ancora esistente per gli organi del Coni“, si legge nella lettera.
“In via preliminare, intendono sottolineare che nonostante la presenza delle note criticità in cui è costretto ad operare lo sport dilettantistico, tra le quali la carenza di impianti sportivi, la ridotta crescita demografica, un indice di sedentarietà tra i più alti al mondo, unitamente ad un graduale aumento dell’indice di povertà in molte aree del Paese, l’Italia sportiva riesce a raggiungere e superare nazioni più virtuose, ottenendo risultati incredibili nelle ultime due Olimpiadi (Tokyo e Parigi) e ottenendo il record di medaglie a Parigi, a testimonianza di una attività sportiva al vertice della classifiche mondiali”, viene rimarcato nella missiva.
“Questi risultati eccezionali non posso essere imputati alla ‘fortuna’ o al ‘caso’ ma solo ad un modello organizzativo consolidato e strutturato, che grazie al lavoro e alle professionalità in campo, ha consentito di raggiungere straordinari risultati davanti a nazioni che godono di strutture sportiva di gran lunga superiori. Questo modello organizzativo in Italia ha un nome: Coni – Comitato olimpico nazionale italiano – che in virtù del fondamentale lavoro svolto, a livello nazionale territoriale insieme alle federazioni sportive nazionali e alle discipline sportive associate, agli Enti di promozione sportiva, alle Associazioni benemerite, coinvolge e rappresenta tutti gli organismi sportivi esistenti la cui base è costituita dalle società e dalle associazioni sportive dilettantistiche guidate da dirigenti che in questi anni hanno garantito la crescita di tecnici e atleti di livello mondiale. Questo modello, che si base sulle Asd e Ssd, deve essere difeso e tutelato se vogliamo davvero consentirgli un ulteriore sviluppo”, proseguono le federazioni.
“Oggi, le criticità incontrate nell’applicazione delle nuove norme con tanti dubbi ancora irrisolti, stanno creando non solo confusione ma stanno facendo emergere tensioni e preoccupazioni da più parti evidenziate che rischiano di porre in discussione la crescita e lo sviluppo dell’intero sistema. Tante sono le difficoltà che in questi mesi le nostre associazioni hanno esposto, pertanto sarebbe necessario un confronto collaborativo per esaminarlo e risolverlo. Inoltre, il decreto legge 31 maggio 2024 n.71 emanato senza alcuna consultazione degli organismi sportivi, seppure abbia risolto in parte alcuni problemi ha lasciato aperte, come già segnalato al Governo in diverse occasioni, tutta una serie di questioni anche di ordine burocratico, che stanno mettendo in crisi migliaia di società e le associazioni sportive dilettantistiche“, osservano le federazioni.
. “La decisione di rivedere, attraverso il suddetto decreto legge, le regole relative alla elezione degli organismi sportivi è da considerarsi senz’altro positiva ma si chiede che queste regole valgano indistintamente per tutti i soggetti facenti parte dell’ordinamento sportivo istituzionalizzato, compreso il Coni, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale senza discriminazioni che non avrebbero nessuna giustificazione né giuridica né politica. Ciò in quanto il Coni è la confederazione delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate e, come tale giuridicamente deve essere equiparato alle medesime”, conclude la lettera.
Abodi: “Mondo sport molto più di 43 presidenti”
“Non mi è arrivato nulla, non so ancora di che parliamo. Se è una lettera sul terzo mandato non è una novità, io cerco novità. Il mondo sportivo è molto di più di 43 presidenti”. Così il ministro dello Sport, Andrea Abodi, a margine della presentazione della Coppa Italia delle Regioni 2025 di ciclismo, commentando le indiscrezioni che fanno riferimento alla lettera dei presidenti federali.
Berruto (Pd): “Lettera surreale, tre mandati per tutti”
“Leggo una surreale lettera firmata da 43 presidenti di federazioni sportive italiane che chiede al Governo che venga applicato al Coni il provvedimento adottato per se stessi, che in virtù di una propria rappresentanza parlamentare (due presidenti federali siedono in Parlamento in una forza di maggioranza) aveva modificato la legge esistente che limitava a tre i mandati possibili. Feci, al tempo, provocatoriamente notare questa differenza per sottolineare l’incredibile conflitto di interessi (ma essendo così esplicito lo chiamerei ‘apologia di interessi’) che permette di legiferare su un tema che riguarda se stessi. Nessuno sollevò un sopracciglio”. Così il responsabile nazionale sport del Pd, il deputato democratico Mauro Berruto.
“Ora, caduti sulla strada di Damasco (e con oltre una dozzina di loro rieletti in virtù di quell’emendamento) i presidenti federali scrivono al Governo -continua Berruto-. Mi congratulo per questo sfacciato esercizio di incoerenza, dal coefficiente altissimo, tanto per restare sul tema sportivo. È bello, invece, anche in questi giorni di Carnevale, non dover cambiare continuamente maschera: il Partito Democratico è fermo su alcuni concetti estremamente semplici: il limite dei tre mandati per tutti, il voto elettronico e l’abolizione del medievale sistema delle deleghe per eleggere i presidenti federali, l’equilibrio di genere nella governance dello sport, ‘quote verdi’ per abbassare l’età media nei consigli federali. Siamo sempre stati, restiamo e resteremo su queste posizioni contenute in una proposta di legge a mia prima firma depositata alla Camera a febbraio, ma di un anno fa, il 2024″.
Petrucci: “Diritti esprimere idee anche su leggi”
“Condivido il testo della lettera e non me ne vergogno, peraltro ho il diritto di esprimere liberamente le mie idee anche sulle leggi”. Così a LaPresse Gianni Petrucci, presidente della Fip ed ex presidente Coni, in merito alla lettera inviata da oltre 40 federazioni al governo con cui si fa richiesta di equiparare le normative elettorali del Comitato olimpico a quelle delle federazioni sportive.
Manfredi: “Non ho firmato nulla, non sono d’accordo a superare i 3 mandati”
“Personalmente non ho firmato nulla. Ho soltanto detto, a chi mi ha interpellato nei giorni precedenti, che in assoluto non sono d’accordo a superare i tre mandati; tanto è vero che la federazione italiana pallavolo già nel suo vecchio statuto prevedeva il limite dei mandati. Abbiamo quindi modificato il nostro statuto solo per adeguarci alla volontà del legislatore. Ho aggiunto poi che se la legge è stata cambiata una volta, in futuro potrà essere cambiata nuovamente”. Lo afferma il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi, in merito alla notizia secondo cui sarebbe tra i firmatari della lettera inviata al Governo con cui diverse federazioni chiedono che si vada oltre il terzo mandato per il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
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