La campionessa olimpica Saskia Clark: "La vela è da sempre dominata dagli uomini ma negli ultimi anni ci sono state iniziative per incentivare la partecipazione femminile. Possiamo continuare a spingere il livello sempre più in alto"
“La vela è da sempre dominata dagli uomini, ma negli ultimi anni ci sono state molte iniziative per incentivare la partecipazione femminile. Per me è importante perché credo che qualsiasi ambiente che accoglie persone di ogni tipo diventi più ricco. E possiamo arrivarci. Possiamo continuare a spingere il livello sempre più in alto. Individualmente, ognuno di noi deve lavorare per migliorarsi”. A dirlo è Saskia Clark, medaglia d’oro a Rio 2016 e argento a Londra 2012, a margine del Primo Cup – UBS Trophy, nella Giornata internazionale della donna. “Questo evento è incredibile. Riunisce tantissime persone, dai livelli più alti del nostro sport fino alla base. Tutti possono gareggiare fianco a fianco”. Alla 41ª edizione partecipano oltre 90 equipaggi e 450 velisti da tutta Europa, con una media di due donne a bordo per ogni imbarcazione. La partecipazione femminile nello sport è in crescita, ma il divario con gli uomini resta evidente, sia nell’accesso alle competizioni che nei ruoli tecnici e dirigenziali. Eventi di alto livello come quello che lo Yacht Club de Monaco ospita in questi giorni, dimostrano come le donne stiano conquistando sempre più spazio in questo sport. Il consiglio di Saskia Clark alle giovani atlete è chiaro: “Amate ciò che fate.” “Ci saranno momenti nella carriera – conclude – in cui tutto diventerà molto difficile, ma se ami il tuo sport e quello che fai, riuscirai sempre ad andare avanti.”
L’8 marzo è un’occasione per riflettere sul ruolo della donna in numerosi ambiti, compreso lo sport, ancestralmente legato alla mascolinità, e su come il settore stia cercando di evolvere verso una maggiore equità. Secondo dati del Parlamento Europeo, le donne rappresentano solo il 31% degli allenatori sportivi, con differenze significative tra i vari Paesi. Inoltre, il Comitato Olimpico Internazionale conta attualmente solo un terzo di donne tra i suoi membri, e nel 2023 occupavano appena il 22% delle posizioni decisionali nelle federazioni nazionali dei dieci sport più popolari. Nel 2015, la percentuale di donne nei ruoli dirigenziali delle confederazioni continentali degli sport olimpici europei si fermava al 14%. Le differenze sono marcate nei finanziamenti, nei premi e nelle opportunità di sponsorizzazione: il cammino verso la parità, dunque, non è ancora completato.
“Non ho mai dovuto affrontare situazioni negative, mi sono sempre sentita coinvolta e mi trattano alla pari, il che è perfetto. Mi sento a mio agio e ho il mio posto a bordo”, afferma Zoe Boutang, vice-campionessa francese di kite foil 2024 nelle categorie U20 e senior, che partecipa all’evento monegasco durante la preparazione per le Olimpiadi di Los Angeles 2028. “Di solito sono sola sul mio kite, quindi è molto interessante valutare un altro punto di vista, quello della vela. L’equipaggio mi ha davvero supportata, permettendomi di scambiare idee e migliorare in acqua”, spiega. Gli sport nautici, tradizionalmente dominati dagli uomini, dimostrano quanto la collaborazione e l’uguaglianza di genere possano arricchire l’ambiente sportivo. E tra le nuove generazioni, cresce la consapevolezza e la determinazione: “Se non funziona la prima volta, riprova. Quando ci riesci, tutti saranno orgogliosi di te e, soprattutto, tu sarai orgogliosa di te stessa – consiglia Zoe Boutang – Quando hai fiducia in te stessa, puoi fare qualsiasi cosa”.
Il Primo Cup – UBS Trophy è un’importante occasione per valorizzare il talento delle atlete nel mondo della vela e ribadire che lo sport, in ogni disciplina, deve essere un campo aperto a tutti, senza distinzioni. La parità di genere non è solo una questione di numeri, ma di opportunità reali e concrete.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata