La schermitrice alla presentazione della torcia olimpica a Milano

“Sì, la torcia ha questo valore particolare perché è la prima nella storia che vuole comprendere tutti, ma probabilmente anche perché è una cosa molto italiana: non è solo la persona che vince, ma è tutta la squadra che vince”. Lo ha dichiarato l’atleta paralimpica Bebe Vio, a margine della cerimonia di presentazione delle torce olimpica e paralimpica a Milano. L’atleta paralimpica ha raccontato l’emozione di tornare a portare la torcia, dopo l’esperienza vissuta nel 2012 a Londra: “Ero molto piccola, 14 o 15 anni, rappresentavo i futuri atleti paralimpici, ma avevo anche paura: pensavo di non aver fatto ancora nulla per meritarmela”. Ora, a distanza di anni, per la schermitrice è un ritorno carico di significato: “Portarla a Parigi è stato pazzesco, perché ora posso dire: qualcosa l’abbiamo fatta, vediamo cos’altro possiamo fare”. Sul sogno olimpico ha aggiunto: “Il sogno di ogni atleta è fare un’Olimpiade o una Paralimpiade in casa. Io sognavo Roma 2024, ma andrò a fare il tifo, sperando un giorno di farla anch’io”. Infine una battuta sul design: “La torcia è specchiata, quindi mi raccomando: sorridete, perché potreste vedervi riflessi nelle foto di questo viaggio olimpico e paralimpico”.

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