Nautica: M3 lancia da Monaco il Summit globale per un futuro sostenibile

L' appuntamento che ha segnato un punto di svolta per il settore nautico

Si è tenuta a Monaco la prima edizione del ‘World Yachting Summit‘, un appuntamento che ha segnato un punto di svolta per il settore nautico. Ideato da M3, società di consulenza marina monegasca, e dalla luxury developer Omniyat di Dubai, l’evento ha raccolto esperti e stakeholder da venti Paesi diversi, consolidando il ruolo di Monaco come ‘Capitale della Nautica Avanzata‘.

Monaco capitale della nautica avanzata

Il CEO di M3, José Marco Casellini, ha definito il Summit “un’iniziativa straordinaria” che ha “generato entusiasmo”, sottolineando come i feedback ricevuti abbiano confermato il potenziale commerciale e strategico dell’appuntamento. L’evento, ispirato a modelli internazionali come la COP o il Forum di Davos, ha messo a confronto progettisti, autorità, regolatori, funzionari pubblici e innovatori in un dialogo costante sul futuro del settore.
Nel corso di tre giorni, si sono alternati 19 panel e 8 “inspiration talks” che hanno toccato temi fondamentali come il turismo, l’evoluzione del mercato, la transizione ecologica e l’impatto delle nuove tecnologie. L’evento ha saputo coinvolgere anche settori adiacenti – dalla gestione patrimoniale al real estate di lusso, dall’orologeria all’aviazione privata – per offrire una visione trasversale della nautica del domani.
L’intervento inaugurale è stato affidato a Jean-Claude Biver, figura di riferimento nel mondo dell’orologeria, noto per aver rilanciato marchi come Blancpain e Hublot. Il suo messaggio è stato chiaro: innovazione significa essere primi, unici e diversi”. Con esempi tratti dalla sua esperienza, come l’uso del carbonio o l’invenzione di leghe d’oro antigraffio, ha invitato il pubblico a “restare connessi al futuro” e ad ascoltare le nuove generazioni, ricordando che “commettere errori permette di imparare”.
La seconda giornata ha visto protagonista Giovanna Vitelli, presidente del gruppo Azimut Benetti, seguita da un confronto tra figure chiave come Espen Oeino, Dan Lenard, Michael Breman e Patrick Coote. L’industria, è emerso, deve compiere una vera e propria rivoluzione culturale, sia per rispondere alle crescenti critiche sul disallineamento rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sia per intercettare i nuovi valori della clientela emergente. Sono state approfondite  le diverse strade percorribili, riassunte in un’accezione alternativa dell’acronimo SMART: Sustainable (Sostenibile); Modern (Moderna); Attractive (Attraente); Resourceful (Ingegnosa), Transformative (Trasformativa).
Olivier Wenden, vicepresidente della Fondazione Principe Alberto II, ha espresso con forza la posta in gioco: “Non è il futuro del pianeta ad essere in gioco, ma quello dell’umanità stessa. Siamo a un punto di svolta”. Un messaggio ripreso da altri interventi che hanno invocato un passaggio da una conformità passiva a una leadership climatica attiva. Victorien Erussard, fondatore di Energy Observer, ha raccontato il viaggio, attorno al mondo, della sua imbarcazione-laboratorio a zero emissioni come simbolo concreto di ciò che è possibile fare.
Accanto alla sostenibilità, il Summit ha evidenziato il bisogno di modernizzazione. Ciò implica maggiore trasparenza, digitalizzazione e la costruzione di destinazioni nautiche all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni. Spazi di esperienza e significato, dove l’artigianalità, la semplicità e l’accessibilità ridefiniscono il concetto stesso di lusso senza ostentazione. Un altro tema forte è stato quello della narrazione. Comunicare meglio il valore economico e sociale della nautica è cruciale, anche per attrarre nuovi professionisti in un settore che necessita di equipaggi e maestranze qualificate. Investire in formazione e promuovere la cultura del mare fin dall’infanzia diventa così una strategia trasformativa.
La sessione conclusiva ha lasciato spazio a un realismo consapevole. Albert Manzone, della Société des Bains de Mer, ha ricordato che la resilienza di Monaco nasce dalla combinazione di stabilità politica, fiscalità favorevole e qualità della vita, un modello da cui trarre spunto anche per il settore nautico. Il sentimento emerso è stato definito “cauto ottimismo”: la crescita è possibile, ma richiede adattamento, semplificazione e ascolto delle nuove esigenze.
In un mondo segnato da crisi ricorrenti e da nuovi equilibri globali, la nautica può continuare a prosperare, a patto di evolvere. Come ha concluso Bernard d’Alessandri dello Yacht Club de Monaco, “quando siamo in mare, siamo ospiti in un mondo che non è il nostro”. Un promemoria di umiltà e rispetto che potrebbe guidare l’intera industria verso un futuro più consapevole.
Il prossimo appuntamento è già fissato: il 21 e 22 settembre si terrà la quinta edizione del Monaco Smart & Sustainable Marina Rendezvous, che riunirà oltre 250 professionisti per discutere dell’evoluzione sostenibile delle infrastrutture portuali.