Nel 2000 lo scafo dello skipper Francesco De Angelis fu battuto 5-0 dai neozelandesi
Per la seconda volta nella sua storia, Luna Rossa torna in acqua per cercare di portare in Italia, 21 anni dopo, l’ambito trofeo dell’America’s Cup. La prima fu nel 2000, quella con lo skipper Francesco De Angelis alla guida del team e di fronte anche in quella occasione c’era Team New Zealand. La caccia al sogno non andò a buon fine: Luna Rossa, che si era aggiudicata la Prada Challenge superando America One per 5-4, finì battuta con un sonoro 5-0 (e per la prima volta, escludendo il San Diego Yacht Club, la coppa venne conservata dal club che l’aveva conquistata in precedenza).
Raggiungere la finale restò comunque una impresa, essendo Luna Rossa al suo debutto nella massima competizione velica. Ora tocca all’equipaggio guidato da Max Sirena, che riporta una barca italiana a contendere il titolo ai ‘Defender’. Sirena la Coppa America l’ha vinta due volte, nel 2010 con gli americani di Oracle e nel 2017 con New Zealand. E anche James Spithill, co-timoniere australiano del team italiano, la conquistò nel 2013 al timone di BMW Oracle, compiendo la più grande rimonta nella storia della Coppa, passando da 8-1 a 8-9 nelle finali di San Francisco sempre contro team New Zealand.
In assoluto, la prima di una vela con il tricolore a disputare la finale di America’s Cup la si deve al Moro di Venezia di Paul Cayard, che vi partecipò nel 1992. Il defender America3 batté per 4-1 il Moro (vincitore della Louis Vuitton Cup), aggiudicandosi così il trofeo. La prima sfida italiana invece risale al 1983, ai tempi di Azzurra (barca dello Yacht Club Costa Smeralda degli armatori Gianni Agnelli e Riccardo Bonadeo), affidata allo skipper Cino Ricci e al timoniere Mauro Pelaschier. La barca italiana venne eliminata nelle semifinali della Louis Vuitton Cup.
L’America’s Cup è una sfida sportiva ma anche di innovazione tecnologica. L’edizione numero 36 resterà nella storia per aver introdotto un’ imbarcazione rivoluzionaria. La nuova classe AC 75 unisce al fascino del monoscafo la miglior tecnologia per navigare ad altissime velocità, con la sicurezza di un’imbarcazione auto raddrizzante in caso di rovesciamento. La vera rottura con il passato è rappresentata però dall’introduzione del foiling, l’insieme di appendici laterali che consentono allo scafo di decollare letteralmente dall’acqua e mantenersi sollevato a velocità inimmaginabili fino a qualche decennio fa.
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