La campionessa mondiale intervistata da LaPresse: "Non si tolga il pugilato da Parigi 2024"

La campionessa mondiale di boxe, Irma Testa, lancia un appello per gli atleti in difficoltà psicologica e li invita a chiedere aiuto. “A me è capitato di stare malissimo, di vedere tutto buio. Dopo i Giochi di Rio 2016, sono stata la prima donna a qualificarsi a un’Olimpiade e io sono stata travolta dalle aspettative, da chi voleva una medaglia a tutti i costi. Mi sono trovata tutte le attenzioni addosso. In quell’Olimpiade ho fatto schifo, ho perso al secondo turno, mi sono ritrovata sola con il mio allenatore e qualche compagna. È stato un periodo bruttissimo, lì ho dovuto alzare un attimo la mano e ho detto ‘mi fermo un anno’. Ho chiesto aiuto, sono andata da una psicologa, ho finito il percorso e ho ripreso l’attività”, ha raccontato Testa a LaPresse, in un colloquio organizzato dal suo sponsor Le Coq Sportif allo store di Euroma2 Sport’85. “Sentivo che ancora c’era qualcosa che non andava e sono andata da un’altra psicologa. Sentivo che dovevo risolvere quanto prima. Ho toccato il fondo ma bisogna evitarlo e fare in modo di fermarsi un attimo prima. In che modo non lo so ma è molto comune tra gli atleti questo problema”, ha aggiunto. 

Credo che l’assistenza psicologica in Italia noi atleti ce l’abbiamo, siamo aiutati. O almeno, per quello che ho vissuto, dal Coni abbiamo tutta l’assistenza immaginabile. Qualsiasi visita, macchinario, infortunio, specialista. Soprattutto mentale. Il chiedere un aiuto è quello che fa la differenza. Non se questo aiuto ci viene offerto o no. Le federazioni, quasi tutte, le offrono questo aiuto, e tutte hanno una figura del genere. Un’altra cosa è invece chiedere questo aiuto, che è la cosa più importante. E mi metto nei panni di queste ragazze, chiedere un aiuto può agli occhi degli altri renderti debole, scoprirti. E invece no: chiedere aiuto è il primo passo per aiutare anche gli altri, specie in uno sport di squadra”, ha proseguito Irma Testa, concludendo: “Ad oggi forse è meglio rinunciare a fare una competizione, fermarsi un attimo e capire dove sta il problema, come risolvere quel problema soprattutto se mentale. E poi tornare a gareggiare. Io farei così. Mi auguro che tutte possano arrivare a pensarla in questo modo. Riguardo a un infortunio per esempio, il problema è molto silente. Non te ne accorgi. L’allenatore non se ne accorge. Ci possono essere tremila motivi per cui una persona sta male o sta soffrendo in quel momento”. 

“Bello sentirsi l’atleta da battere”

In merito alla vittoria dell’oro mondiale nella categoria 57 kg a marzo sul ring di Nuova Dehli, Testa ha detto: “Sto vivendo un momento molto bello e intenso, è stato bello tornare ad allenarsi da campionessa del mondo. Quello è stato il momento più bello: ti alleni con la consapevolezza che in quel momento tutte le altre si stanno allenando per battere te. Ma è durato due giorni, adesso sono l’Irma di sempre e sto lavorando duramente per le prossime competizioni. Le qualificazioni olimpiche di giugno, i Giochi Europei in Polonia, e si qualificheranno le prime quattro, quindi il podio si qualificherà per Parigi. È molto importante perché sarà una delle pochissime chance che abbiamo nel pugilato di qualificarci”.

Su Parigi 2024: “Non togliere boxe dai Giochi”

Testa ha parlato anche del contenzioso tra il Cio e la International Boxing Federation che rischia di vedere la disciplina del pugilato estromessa ai prossimi Giochi olimpici di Parigi 2024. “Se abbiamo paura di non andare a Parigi? Spero proprio di no. Noi ci stiamo allenando per le qualificazioni di giugno. Nel caso in cui non dovessero esserci è tosta. Il pugilato è uno degli sport più antichi del programma olimpico. Toglierlo dai Giochi è come togliere la storia delle Olimpiadi, come togliere l’atletica. Non la toglieresti mai, e il pugilato è come l’atletica”, ha dichiarato la campionessa. “Qualsiasi decisione si prenda – ha spiegato –  siamo sempre noi atleti a pagarne le spese, noi ci alleniamo duramente, vogliamo andare alle Olimpiadi. Il sogno olimpico è il sogno più grande di ogni atleta, se ce lo togliete io che mi alleno a fare? Posso vincere il mondiale, ma è l’olimpiade che ti da la gloria eterna. Da Tokyo mi porto un ricordo incredibile nonostante il Covid, la mancanza di pubblico e le restrizioni. Da quel momento in poi mi è cambiata totalmente la vita. Adesso tutto quello che faccio ha più valore, il mio risultato è più riconosciuto rispetto a prima. La maggior parte delle persone che prima affermava che il pugilato fosse uno sport maschile oggi non lo pensa più. Abbiamo fatto un grande lavoro solo perché abbiamo vinto una medaglia olimpica. Le Olimpiadi fermano le guerre, hanno un’importanza tale che ti cambia la vita, per quello che ti danno, ma cambiano anche la persona. Io da quel momento sono una persona grata alla vita”. 

“Russi e bielorussi ai giochi, ma è Ucraina vera vittima”

La boxeur ha poi anche commentato la decisione del Cio di ammettere alle competizioni internazionali gli atleti russi e bielorussi nelle vesti di ‘neutrali’ e purché prendano le distanze dalla guerra in Ucraina. “Combattere contro atlete russe o bielorusse non mi cambia dal punto di vista sportivo. Dal punto di vista umano ho molte amiche russe che sono molto dispiaciute per quello che gli è accaduto in questi anni. Non sono venute agli Europei ed erano molto dispiaciute. Non posso dire se accettarle nelle gare sia giusto o sbagliato, posso dire che so che non è colpa della maggior parte di loro. Se il Cio riterrà opportuna la loro partecipazione ben venga. Ma affinché si dichiarino contro la guerra e contro quello che sta succedendo”, ha detto. “Non dimentichiamo che poi c’è un Paese distrutto, che è l’Ucraina in questo caso e secondo me le vere vittime sono loro. Ma so che gli atleti russi e bielorussi non c’entrano nulla con tutto questo. E’ una situazione molto difficile”, ha aggiunto. 

Sui diritti: “Italia è ferma, dobbiamo cambiarla noi”

“L’Italia sta molto avanti rispetto a tanti altri paesi che in termini di diritti stanno molto indietro. Ma ovviamente non dobbiamo vedere la differenza che ci divide dai Paesi che stanno indietro, ma quella che ci divide dai paesi che stanno molto più avanti di noi. Noi dobbiamo seguire quegli esempi. Ad oggi la situazione credo che sia ferma. Non si va né avanti, né indietro. E stare fermi è la cosa peggiore”, ha detto inoltre Testa sul tema dei diritti: dopo la vittoria della medaglia di bronzo a Tokyo, è stata tra le poche atlete a rivelare la sua inclinazione sessuale anche per il genere femminile. “In qualsiasi modo chiunque possa dire la sua e si possa battere per qualche diritto farà bene in questi termini. Se gli unici che possono cambiare qualcosa siamo noi, che viviamo queste situazioni in prima persona, allora ben venga: ci uniamo e andiamo avanti. Perché dall’altro lato le persone ‘esterne’ che dovrebbero tutelarci e potrebbero fare qualcosa, per cambiare, non fanno nulla. Secondo me se non ci sono loro allora gli altri possono fare qualcosa”.

“Una premier donna? Che sia donna è una cosa bella, ma è lì per merito non perché è donna”, ha aggiunto rispondendo a una domanda sulla valenza della prima premier donna dopo l’elezione di Giorgia Meloni. “Cambia poco se c’è una donna o un uomo ai vertici. Conta quanto fai una volta che sei al potere. Per giudicare il suo operato è molto presto, è da poco che è premier. Di certo l’Italia se è ferma è per scelte passate, non per demeriti di Meloni. Cosa chiedo alla premier? Non chiedo nulla, spero che possa salvaguardare i propri cittadini e fare il loro interesse”, ha concluso. 

“Scudetto Napoli? Una gioia che contagia”

Ma c’è stato spazio anche per parlare di calcio, e in particolare del Napoli vicino alla conquista dello scudetto. “Sono molto contenta per Napoli e per la mia città. L’idea che i napoletani si svegliano al mattino e sono felici perché il Napoli sta regalando grandi gioie mi riempie il cuore d’orgoglio. È una città in festa, già adesso se vai a Napoli ci sono striscioni dappertutto. Bambini e anziani che appendono bandiere, che hanno fatto cartonati enormi. Una cosa bellissima. E quando il napoletano gioisce è contagioso e contagia tutti quanti. Se sarò a Napoli andrò volentieri in piazza”, ha detto. 

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