Sì alle nuove regole della Federazione Internazionale di Atletica Leggera che prevedono che le atlete con iperandrogenismo abbassino il loro livello di testosterone con i farmaci per partecipare agli eventi internazionali

Il Tas, Tribunale Arbitrale dello Sport, ha convalidato le nuove regole della Iaaf, la Federazione Internazionale di Atletica Leggera, che richiede agli atleti con iperandrogenismo, tra cui la campionessa sudafricana, di assumere farmaci per abbassare il livello di testosterone. Il Tas, tuttavia, esprimendo "serie preoccupazioni riguardo alla futura applicazione pratica di questo regolamento" ha respinto il ricorso di Semenya contro le misure della Iaaf che obbliga le donne con iperandrogenismo ad abbassare il loro livello di testosterone con i farmaci per partecipare agli eventi internazionali di mezzofondo.

"Il Tas non ha convalidato le regole della Iaaf, ha semplicemente respinto le richieste di Semenya", ha chiarito il segretario generale del Tribunale, Mathieu Reeb. "Spetta alla Iaaf ora lavorare sui suoi regolamenti per adattarlo alle riserve da noi suggerite". Allo stato attuale, le regole della Iaaf non si applicheranno fino a quando la Federazione non avrà corretto gli aspetti controversi indicati dal Tas. Tre sono gli aspetti particolarmente problematici per gli esperti. In primo luogo, la difficoltà di applicare il principio della responsabilità oggettiva fissando una soglia di testosterone da rispettare; la difficoltà di provare l'effettivo vantaggio atletico tra gli atleti con iperandrogenismo sulle distanze tra i 1500 metri e il miglio; infine, i possibili effetti collaterali del trattamento ormonale.

Se non è una vittoria per la Iaaf, la decisione del Tas è senza subbio una sconfitta per Semenya, due volte campionessa olimpica negli 800, e altri atleti con iperandrogenismo che dovranno sottoporsi ad uno specifico regolamento, anche se modificato. Mentre il Tas ha rilevato che i regolamenti sugli atleti 'Dds' (differenze dello sviluppo sessuale) sono effettivamente "discriminatori", ha rilevato, sulla base delle prove presentate dalle parti nel corso del procedimento, che "tale discriminazione era un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato per raggiungere l'obiettivo della Iaaf di preservare l'integrità dell'atletica femminile in alcune discipline". Così come Semenya, anche le medaglie di bronzo e argento negli 800 alle Olimpiadi di Rio nel 2016, Francine Niyonsaba (Burundi) e Margaret Wambui (Kenya), sono state riconosciute atlete con iperandrogenismo.

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