Alla maratona di Londra si è ritirata al 35esimo chilometro: "Tornerò più forte"

La sua specialità sono i 1.500 metri, distanza su cui ha conquistato il record mondiale, in 3’50″07, un titolo mondiale a Pechino 2015 e l’argento alle Olimpiadi di Rio del 2016. Ma per Genzebe Dibaba il richiamo della strada è forte: “Il mio sogno è avere successo come Eliud Kipchoge. Vincere l’oro nella maratona olimpica“, racconta a LaPresse. Dopo il secondo posto ad Amsterdam, nell’autunno 2022, cercava il riscatto sui 42km nell’agguerritissima maratona di Londra di due settimane fa, ma si è ritirata dopo il 35esimo chilometro. “Ho imparato comunque molto, sono andata lì molto preparata, l’allenamento era andato bene. La gara invece non è andata come mi è aspettavo ed è sempre molto dura – confessa – ora mi concentrerò sul recupero a casa, in Etiopia, e tornerò più forte”. La delusione è ancora pungente, anche perché “la preparazione è durata 5-6 mesi, era andata ancora meglio di quella per Amsterdam”, dove aveva segnato un ottimo 2:18:05, “il team mi ha aiutato molto in questo, mi piace allenarmi in gruppo”, dice Dibaba, che corre con il Nn running team, “ti permette di allenarti con tanti atleti forti e questo mi stimola a fare meglio”.

 
La 32enne etiope è praticamente cresciuta nell’atletica: è la sorella di Ejegayehu, argento nei 10000 metri ad Atene 2004, e di Tirunesh, tre ori e tre bronzi olimpici sui 5000 e 10000 metri a Pechino, Londra e Rio, oltre che cugina di Derartu Tulu, campionessa nei 10000 metri alle Olimpiadi di Barcellona 1992 e Sydney 2000. “Quando avevo 14 anni ho iniziato a correre a scuola, partecipavo a competizioni minori. Ma volevo essere come mia sorella Tirunesh, era il mio modello. Lei mi ha aiutato molto, mi ha sempre detto ‘Se ti alleni duramente, otterrai ciò di cui hai bisogno’. Mi dava consigli, e mi passava l’attrezzatura da corsa, scarpe e vestiti”, ricorda. “Ci allenavamo spesso insieme, poi lei nel 2020 ha avuto un bambino, quindi ha rallentato un po’. Ma ci capita ancora di correre insieme”.
 
Lo stop forzato di Londra impone un momento di riflessione, “ora sono concentrata sulla mia guarigione. Non sono ancora sicura di cosa verrà dopo, parlerò con il mio manager per discutere cosa sarà meglio per me”. Il cuore è ancora diviso tra il tartan e l’asfalto: “Mi piacciono sia la pista che la strada. Non è molto che corro la maratona, e quindi al momento preferisco ancora un po’ più la prima. Ma ho fatto pista per molto tempo e lì ho avuto molto successo, ora sono concentrata sulla strada e vedremo cosa porterà”. Non è un caso che il suo atleta preferito, e la sua ispirazione, sia il compagno di squadra Eliud Kipchoge, record del mondo in maratona: “Il mio sogno è avere successo come lui”. E archiviato il mondiale di Budapest di quest’estate, “non ci sarò”, conferma, lo sguardo è al 2024: “Spero di essere alle Olimpiadi. In pista ho già vinto l’argento, ma non ho ancora vinto l’oro. Il mio sogno è vincerlo nella maratona”.
 

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