Il molisano Giovanni Grano sarà sulla start line insieme ai migliori atleti al mondo
Nella lista dei ‘pro’, i migliori atleti che saranno lunedì 15 aprile sulla linea di partenza della Boston Marathon, la più antica e prestigiosa al mondo, c’è un solo italiano. E non è un professionista. Si chiama Giovanni Grano, ha 34 anni ed è un ingegnere informatico, con un primato personale in maratona di 2:13:18 messo a segno a Valencia, a dicembre 2023. L’obiettivo per il Patriot’s Day? “Difficile dirlo, potrebbe essere arrivare tra i primi 15”, pronostica a LaPresse.
Cosa si prova a essere l’unico italiano nella lista dei pro della maratona più prestigiosa al mondo?
Sicuramente è un grande onore. Quando ho inizialmente pensato di gareggiare alla Boston Marathon, sapevo che non sarebbe stato semplicissimo essere accettato tra i pro. Devo ringraziare il mio manager Marcello Magnani che ha fatto un grande lavoro e mi ha dato questa possibilità. Questa è la mia seconda major dopo Berlino e spero di sfruttare al meglio l’occasione. Sicuramente non mi reputo tra i big, quando in gara ci saranno altri atleti con un personale in maratona 10 minuti più veloce del mio, ma nel mio piccolo l’atletica mi sta dando sicuramente un sacco di soddisfazioni.
Tu non sei un atleta professionista, cosa fai nella vita?
Sono un ingegnere informatico di professione. Per i meno avvezzi al settore, quando non corro passo la maggior parte del mio tempo davanti al pc a scrivere codice. Al momento vivo a Ithaca, nello stato di New York: sono qui da fine 2022, mia moglie lavora alla Cornell University. Ma sono fuori dall’Italia dal 2016, ho vissuto quasi 7 anni a Zurigo prima di venire qui. Ho sempre affiancato la corsa ai miei studi prima, alla ricerca in università poi, ed infine al lavoro nel settore privato. Con gli anni le responsabilità aumentano e combinare il tutto non è mai semplice, ma mi piace avere una vita piena ed impegnata da diverse cose.
Hai mai pensato di dedicarti all’atletica come professionista?
Il professionismo era forse un mio obiettivo da adolescente. Purtroppo in Italia spesso quelli che diventano professionisti sono gli atleti che vanno forte intorno ai 20 anni, ed io sono cresciuto come atleta un po’ più tardi. Però col senno di poi sono assolutamente soddisfatto così. Ho avuto un sacco di soddisfazioni ed esperienze extra sportive che mi hanno arricchito molto e sono comunque riuscito a ritagliarmi le mie piccole soddisfazioni nel mondo della corsa. Certo, magari il mio personale in maratona avrebbe potuto essere un pochino migliore ora. Però ci sono diversi atleti che ammiro in giro per l’Europa che sono riusciti a correre anche in 2h10 con un lavoro a tempo pieno. Credo ci sia sempre spazio per migliorare!
Come hai iniziato a correre?
Ho iniziato più o meno a 13 anni, seguendo le orme del mio babbo, un podista amatore. Ho avuto la fortuna di crescere in Molise tra gli anni Novanta e i Duemila e per chi non lo sapesse, in quegli anni c’era una grandissima concentrazione di fortissimi atleti in Molise. Basti pensare che nel mio primo giorno al campo sportivo ho conosciuto e corso con Andrea Lalli (3 volte campione europeo di corsa campestre). Sempre nella mia zona ho avuto la possibilità di correre con atleti del calibro di Rachid Berradi e Luciano di Pardo, che è poi diventato il mio allenatore. Mi ritengo fortunato ad essere cresciuto in questo ambiente. Di certo ha formato il mio approccio mentale allo sport e alla corsa in particolare.
Quanto e come ti alleni?
Quando preparo una maratona corro circa 140/150km a settimana, quasi sempre su una sola seduta giornaliera. Ricorro molto poco al classico bi-giornaliero che tutti i professionisti fanno, perché ritengo aggiunga solo stress ad atleti che lavorano a tempo pieno. Per quanto riguarda il mio programma, solitamente la struttura è molto semplice. Corro 3 allenamenti di qualità nell’arco di 9/10 giorni: una seduta corta di potenza aerobica, un medio, ed un lungo. Cerco sempre di incastrarli al meglio tra gli impegni lavorativi. Per fortuna ho molta flessibilità, quindi per esempio non devo fare levatacce per correre al mattino presto come molti atleti lavoratori. Solitamente mi alleno in pausa pranzo o alla sera visto che la maggior parte dei miei colleghi è in Europa e, sfruttando il fuso orario, per me è quindi un orario più tranquillo.
Che aspettative hai per questa maratona? E’ la tua prima Boston?
Si è la mia prima Boston Marathon. E’ un po’ difficile per me rispondere a questa domanda. Negli ultimi anni ho sempre corso maratone piatte e veloci alla ricerca del tempo. Per Boston abbiamo cambiato un po’ la preparazione classica, visto che si tratta di un percorso molto collinare dove difficilmente si correrà forte. Per questo motivo fare delle previsioni mi viene più difficile. Un obiettivo ambizioso potrebbe essere quello di arrivare nei primi 15 correndo non più di un paio di minuti più piano del mio personale in maratona. E sopravvivere alle temute Newton Hills!
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