Per Francesco Fagnani "E' il momento di recuperare e fare il pieno di benzina di qualità"

Per gli atleti impegnati nelle Olimpiadi di Parigi i giorni che precedono le gare sono delicatissimi: è tutto pronto, si tratta di raggiungere l’equilibrio perfetto per il massimo risultato. Un equilibrio che passa anche dall’alimentazione: “E’ il momento di recuperare al meglio, muscolarmente, dal punto di vista fisiologico e mentalmente, quindi tanti antiossidanti e vitamine”, spiega a LaPresse Francesco Fagnani, nutrizionista di tantissimi nomi dell’Atletica – da Zaynab Dosso a Lorenzo Simonelli, passando per Alessandro Sibilio, Alice Mangione, Federica Del Buono – ma anche la triatleta Alice Betto, Alice Sotero del Pentathlon, Assunta Scutto e Alice Bellandi del Judo. “Per qualcuno, in questo periodo che è essenzialmente di tapering, cioè di scarico dell’allenamento che si fa più leggero per arrivare riposati alla gara, è anche il momento di togliere 1 o 2 chili: è il caso di chi fa salti o fondo. Si tratta di portare la condizione fisica a essere ottimale. Anche Omega 3 e glutiatione sono utili per ridurre lo stress”.

La location delle Olimpiadi di quest’anno, a Parigi, rende tutto un po’ più semplice: niente voli lunghi e fusi orari, più possibilità di mangiare bene – anche se a casa Italia c’è sempre di tutto – “bisogna fare il pieno di benzina e che sia benzina di qualità”, spiega il nutrizionista. Anche nell’alimentazione pre-gara ci sono grosse differenze in base allo sport praticato: chi ha in gara uno sforzo prolungato, per esempio, fa il carico di carboidrati complessi nei giorni precedenti per massimizzare le riserve di glicogeno”, per chi salta “è utile partire un po’ più scarico per un po’ di leggerezza in più, come in Formula1 si sceglie a volte di avere il serbatoio non del tutto pieno per acquisire velocità”. Per i judoka, per esempio, si passa da 2-3 chili sopra categoria al calo di peso, “ma è importantissimo poi reintegrare bene”.

Attenzione anche al fattore caldo: “soprattutto per le gare più lunghe l’idratazione è fondamentale – insiste Fagnani -bisogna gestirla bene durante la giornata e nella gara stessa. Ora ci sono i sali minerali sucrosomiali, una tecnologia che prima si usava solo per il ferro, che hanno un assorbimento più efficace”. Ma cosa non può mai mancare sulla tavola di un atleta? “Non esiste un cibo magico, sicuramente però frutta e verdure, indispensabili per un apporto giornaliero di antiossidanti, vitamine, sali minerali e prebiotici indispensabili a contrastare i radicali liberi prodotti con l’esercizio fisico intenso o prolungato, a permettere il corretto funzionamento enzimatico, a sostenere l’attività muscolare, a promuovere il benessere intestinale, nonché a far mantenere lo stato di salute generale”. E il pasto pre-gara in cosa consiste? “Carboidrati complessi in dose adeguata allo sforzo, proteine e grassi, in particolare acidi grassi a corta catena, che assicurano subito energia”.
Ma come si mette a punto l’alimentazione di un atleta olimpico? “Non si guarda solo alla performance, ma anche a gusti e preferenze, perché il rapporto con il nutrizionista deve essere corretto o rischia di essere controproducente. Non ci si concentra sulle calorie – assicura Fagnani – è un approccio sbagliato che non porta nulla di buono se non ossessioni che distraggono dall’impegno sportivo. E a chi cerca ‘scorciatoie’?  “Tra tutti gli atleti che ho seguito e seguo nessuno ha mai voluto intraprendere la fittizia strada più breve, e se dovesse mai capitare spiegherei quanto un’alimentazione e un’integrazione giusta possano avere lo stesso risultato del doping, senza nemmeno avvicinarcisi: semplicemente ci vuole più tempo, servono costanza, dedizioni e impegno”.

Nella nutrizione, insiste Fagnani, “C’è una componente mentale fortissima che va valutata passo passo, anche perché mangiando poco o male i rischi di infortuni aumentano. Io do un canovaccio, insegno ad ascoltarsi: non è una schema rigido di privazioni che poi magari ti porta ad abbuffare”. Per Lorenzo Simonelli e Zaynab Dosso, per esempio, come per tutti gli altri atleti della Nazionale, “l’alimentazione è stata calzata sulle abitudini, le preferenze alimentari e la cultura alimentare. Oltre ad una accurata valutazione della composizione corporea è stato determinato e monitorato nel tempo il metabolismo basale tramite l’utilizzo della calorimetria. In tal modo si è riusciti a personalizzare al massimo le indicazioni ed è stato possibile apportare modifiche puntuali durante i mesi di preparazione e nei vari periodi di gara”.  Entrambi, rivela il nutrizionista, “seguono una dieta onnivora, bilanciata per la loro disciplina, caratterizzata da forza, esplosività, potenza ed elasticità. Quindi con un’attenzione particolare all’apporto proteico e alla gestione di grassi e carboidrati. Il timing nutrizionale poi è importantissimo, ovvero apportare il nutriente giusto al momento opportuno al fine di poter massimizzare lo stimolo allenante e velocizzare i tempi di recupero”.

 

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