Lebron James Mvp delle finali: la vittoria in nome di Kobe Bryant, morto nel gennaio scorso
 

I Los Angeles Lakers sono i campioni Nba 2020, dopo aver sconfitto 4-2 nelle finali i Miami Heat, vincendo, senza storia, gara 6 per 106 a 93.  Un titolo, il 17esimo della squadra, agguantato in un anno particolarmente difficile per il basket americano e soprattutto per la squadra della California: a gennaio la morte di Kobe Bryant uno dei campioni simbolo della franchigia gialloviola, schiantatosi in elicottero; poi la pandemia che ha prima fermato il basket a stelle e strisce e poi lo ha riportato in vita in una veste nuova, asettica, isolata da tutti nella bolla di Orlando. Sì perché i Lakers guidati da Lebron James, insignito del titolo di Mvp delle Finali, sono i primi per ora (e speriamo ultimi) vincitori dell'anello ai tempi del Covid: una surreale competizione che da 31 luglio si è trasferita in Florida al Disney World Resort, dove tutti i giocatori, testati e controllati contro la pandemia, si sono focalizzati sulla palla a spicchi per dare vita ai playoff e una serie finale comunque emozionante.

Una serie più dura del previsto

Per la coppia d'oro di LA James ha messo una tripla doppia con a referto 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist, Per Davis 19 punti e 15 rimbalzi. I californiani hanno chiuso a +28 i primi due quarti. La seconda parte è stata tutta in controllo per arrivare alla vittoria finale. La serie è stata, però, più dura del previsto: i Miami Heat dopo una cavalcata spettacolare nei playoff si sono dimostrati un avversario ostico, guidati dall'impeto di Jimmy Butler e limitati, nelle finals, dagli infortuni ai loro playmaker e centro titolari: Goran Dragic e Bam Adebayo. Quest'ultimo ha giocato una gara 6 di alto livello da 25 punti e  10 rimbalzi; lo sloveno invece, recuperato in extremis non ha inciso come non lo ha fatto Butler dopo una strepitosa gara-5.

In nome di Kobe

Per i Lakers si è trattato, come detto, del 17esimo titolo Nba: un record per il basket Usa con i "lacustri" che lo dividono, ora, con gli eterni rivali dei Boston Celtics. Una scalata che sembrava preannunciata: Lebron James aveva infatti voluto al suo fianco il talento cristallino di Anthony Davis, lungo polivalente di ottima caratura. Creando così, di fatto, una coppia troppo solida per non poter ambire al titolo. Da gennaio scorso, poi, la loro corsa all'anello di campioni è diventata un modo per onorare Kobe Byrant, la talentuosa gara che ha fatto la storia del club e del basket americano nei decenni scorsi: la sua morte ha motivato il team a combattere per dedicare proprio a lui. "Tutto ciò che volevamo fare è farlo per lui" ha detto Davis "Non lo abbiamo deluso, so che ci stava guardando dall'alto, orgoglioso di noi".  E il "Prescelto", James, aveva fatto lo stesso, sentendo il fardello della memoria sulla schiena: "Speriamo solo di rendere Kobe e la sua famiglia orgogliosi". Per i Lakers missione compiuta.

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