L'olandese vince in volata. Carapaz resta in rosa

L’ultima chance per i velocisti si trasforma in un grande rimpianto. La 18/a tappa del Giro d’Italia, l’ultima pianeggiante prima del gran finale tra le montagne del Friuli e la cronometro conclusiva di Verona, premia la fuga di giornata: il quartetto formato da Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Davide Gabburo (Bardiani-CSF-Faizanè), Magnus Cort (EF Education-EasyPost) e Edoardo Affini (Jumbo-Visma) sorprende il gruppo e con una lunga cavalcata verso Treviso va a giocarsi la vittoria, che si aggiudica il corridore olandese in uno sprint tiratissimo sul passista italiano. “E’ incredibile, quando il sogno è grande si può veramente puntare in alto. Oggi è stata una di quelle giornate, finalmente ho trovato il mio posto. Sono senza parole – ha evidenziato De Bondt – I complimenti di Affini significano moltissimo, siamo andati a tutta, la settimana scorsa abbiamo ripreso una fuga a 700 metri dall’arrivo. Ci siamo detti ‘non può succedere a noi’, in una tappa del genere dovevamo mettercela tutta, è stata una bellissima battaglia per la vittoria”.

Affini si inchina e riconosce la superiorità dell’avversario. “Siamo riusciti a lavorare bene in fuga, siamo andati d’accordo fino alla fine, poi all’ultimo chilometro sono iniziati i giochi – ha raccontato – De Bondt è stato il più veloce, è stato molto forte anche in fuga. Complimenti al vincitore. Fare ancora una volta secondo sicuramente brucia. Però continuerò a provarci, prima o poi riuscirò a portarla a casa”. Mark Cavendish, Arnaud Demare e Fernando Gaviria restano così a bocca asciutta, con Alberto Dainese che si toglie lo sfizio di regolare la volata del gruppo piazzandosi quinto.

Nonostante la tappa pianeggiante però la classifica perde uno dei suoi protagonisti. Joao Almeida, maglia bianca di miglior giovane e quarto nella generale, rimasto attardato nella frazione di Lavarone, è stato costretto ad abbandonare la corsa rosa per esser risultato positivo al coronavirus, dopo aver accusato sintomi influenzali nella notte. “E’ inutile dire che siamo profondamente dispiaciuti perché Joao e il Team a supporto stavano facendo un’ottima prova – ha spiegato il team principal del UAE Emirates Mauro Giannetti – I nostri obiettivi erano il podio del Giro e la maglia bianca di migliore giovane ed eravamo in lotta per conquistarli entrambi. E’ una brutta tegola, ma questa è la realtà che viviamo tutti i giorni da due anni. Dobbiamo accettarlo e guardare avanti.

Ora la cosa più importante è che Joao si riprenda al più presto”. La maglia bianca passa così sulle spalle di Juan Pedro Lopez, che a sua volta ha vissuto una frazione difficile perdendo terreno (oltre due minuti e mezzo) dagli altri uomini di classifica per essersi fatto sorprendere in un tratto di falsopiano nelle fasi finali della corsa. La maglia rosa invece resta sempre sulle spalle di Richard Carapaz, con un vantaggio di tre secondi su Jai Hindley, protagonista di una foratura al traguardo, ma entro i 3 km che valgono la neutralizzazione. Il duello tra i due scalatori, senza dimenticare Mikel Landa terzo attardato 1’05”, si riproporrà quindi nei prossimi tre giorni che decreteranno il vincitore. A cominciare dalla 19/a tappa con arrivo in salita al Santuario di Castelmonte.

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