Non si fermano le polemiche dopo le decisioni arbitrali a sfavore degli azzurri in Italia-Ungheria
Clamorosa protesta del Settebello prima della finale del 5°-6° posto del torneo di pallanuoto maschile alle Olimpiadi di Parigi. Gli azzurri, che si sono visti respingere il ricorso al Tas contro le decisioni arbitrali di Italia-Ungheria, durante l’esecuzione dell’inno nazionale hanno voltato le spalle agli arbitri in segno di protesta dopo quanto accaduto.
Protesta Settebello anche in acqua, 4′ in inferiorità numerica
Una protesta simbolica di quattro minuti, gli stessi che hanno costretto l’Italia della pallanuoto maschile a giocare con l’uomo in meno per la contestata espulsione di Condemi durante la partita con l’Ungheria, valida per i quarti di Parigi 2024, che ha scatenato una lunga coda di polemiche e ricorsi. Dopo aver voltato le spalle agli arbitri durante l’inno nazionale che ha preceduto l’inizio della sfida con la Spagna, valida per i piazzamenti dal quinto all’ottavo posto, la protesta del Settebello è continuata in vasca: gli azzurri hanno giocato volutamente per quattro minuti in inferiorità numerica, con un giocatore che si è disinteressato sistematicamente dell’azione, rinunciando anche ad attaccare. Durante quei minuti la Spagna si è portata avanti 3-0. Il match è poi finito 11-9 per gli spagnoli.
Malagò: “Protesta pallanuoto non condivisibile”
“Protesta non condivisibile così come non lo sono state di certo alcune decisioni arbitrali contro l’Ungheria. Lo dico da uomo delle istituzioni e da membro del Cio. Dopo di che da presidente del Coni ricordo e aggiungo che il Coni, insieme alla Federnuoto, ha difeso il Settebello in tutti i gradi di giudizio fino al Tas, massimo organo di giustizia sportiva internazionale”. Lo precisa in una nota il presidente del Coni Giovanni Malagò in merito alla protesta della nazionale di pallanuoto. “Sono dispiaciuto di questa reazione che comunque resta contraria allo spirito olimpico”, ha aggiunto.
Barelli (Fin): “Saputo di protesta poco prima, capisco i ragazzi”
“Me l’hanno detto pochi minuti prima di entrare in acqua, sapevo che erano belli amareggiati. So che la squadra e i ragazzi erano molti urtati e a disagio. Alla fine sono loro che entrano in acqua, meglio che ci siano entrati piuttosto che non non entrarci per niente”. Così a LaPresse Paolo Barelli, presidente della Fin, nel commentare la protesta del Settebello nella semifinale del quinto posto contro la Spagna dopo i torti arbitrali subito nel quarto di finale contro l’Ungheria. “Voltare le spalle? Si sono rivolti verso la tribuna d’onore, al pubblico. Certo non hanno hanno mancato di rispetto alla bandiera”, ha sottolineato. “Se condivido la protesta? Questa è l’Olimpiade dei ragazzi, sono persone corrette, laboriose, serie, magari altri avrebbero avuto delle reazioni scomposte. Loro sono entrati in acqua e giocato la partita e in qualche modo hanno ritenuto di manifestare il loro disappunto, sono qui per giocare l’Olimpiade. Sono dei professionisti precisi e si sono sentiti penalizzati. Ringraziamo Dio che c’è stata una reazione contenuta, non è che li possiamo comandare come si fa con degli automi o macchinette. Sono ragazzi che hanno la loro dignità e soffrono questo atto di violenza che loro ritengono tale”, ha aggiunto Barelli che torna poi sulla decisione della sanzione e sulla parziale retromarcia.
“I ragazzi erano veramente disamorati, hanno voluto sottolineare che se loro si sono beccati questa sanzione nonostante la federazione mondiale ha detto che non c’era brutalità, allora Condemi resta squalificato e hanno giocato in sei per quei 4′. La decisione del Tas? Le motivazioni non le abbiamo lette, non ha accettato la nostra richiesta. E questo era abbastanza ovvio, che facevano? Bloccavano il torneo e non facevano le partite?. Il problema è che si è rimasti beffati da quell’ammissione, mi risulta che i due arbitri non sono stati più chiamati ad arbitrare nessuna partita, e non so se verranno presi provvedimenti. Ripeto, la gravità è l’ammissione di tre organi della Fina che hanno di fatto detto che Condemi ha fatto un gesto atletico per gettare la palla in porta e ha poi colpito il viso solo in relazione a questo gesto. Non è brutalità e non doveva essere presa questa decisione”, ha sottolineato il presidente della Fin.
Barelli (Fin): “Braccio di ferro con Fina dietro sanzione? Cavolate”
“Tutte fregnacce. La federazione internazionale ha diramato un documento nel mese di marzo a firma del presidente nel quale sottolinea che io non ho nessuna pendenza con la federazione mondiale e sono legittimo presidente, e anche bravo”. Così a LaPresse il presidente della Fin, Paolo Barelli, a chi sostiene che all’origine della decisione che ha portato alla sanzione del Settebello durante la sfida contro l’Ungheria, con tanto di mancata accettazione del ricorso, ci sia il braccio di ferro tra lo stesso presidente federale e la federazione internazionale.
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