Il 24enne pugile romano sul ring a Ostia sabato 1 luglio contro il francese Yanis Mehah
Quando molti inizieranno a indossare ciabatte e costume da bagno, Pietro Rossetti metterà i guantoni e salirà sul ring per un’altra tappa del suo cammino tra le sedici corde. La sera di sabato primo luglio, al Pala Fijlkam di Ostia (diretta su Dazn), il 24enne pugile romano difenderà contro il francese Yanis Mehah (12-0-0) la cintura di campione dell’Unione Europea vinta lo scorso marzo in Francia.
Per ‘The Butcher’ (‘Il Macellaio’, soprannome che deriva dagli anni trascorsi lavorando nel reparto carni di un supermercato) è un’occasione importantissima per lanciarsi ai vertici della classifica continentale (attualmente è quinto nel ranking EBU) e da lì puntare quelli mondiali. “Per adesso questo è l’anno più importante della mia carriera – spiega Rossetti a LaPresse – A novembre 2022 sono diventato campione italiano, mentre a marzo dell’UE (battendo per ko alla seconda ripresa il beniamino di casa, Mohamed Kani, ndr). A Ostia sarà una grande notte, sto cominciando a fare sul serio quello che ho sempre voluto sin da piccolo”.
Pietro Rossetti, la vita
Originario del quartiere San Giovanni, figlio di un insegnante di latino e greco e di una redattrice editoriale, Rossetti ha tirato i primi pugni nella palestra che sorgeva accanto alla Fortitudo, il campo di calcio dove giocava e che vide anche gli esordi di Totti. “Avevo tredici anni, con mio fratello abbandonammo il pallone per provare il pugilato: per me fu amore a prima vista – racconta – Un anno dopo entrai alla Team Boxe Roma XI, dove mi alleno tutt’ora”. Tempio del pugilato capitolino, la palestra della Montagnola ha lanciato nel corso degli anni pugili come Giovanni De Carolis (campione iridato WBA dei supermedi nel 2016) e kickboxer come Mattia Faraoni (anche lui campione del mondo e stella dei social). Sia De Carolis che Faraoni combatteranno nella stessa serata di Pietro, ed entrambi hanno come allenatori i maestri di Rossetti, ossia Italo Mattioli e Luigi Ascani. Mattioli, in particolare, è per ‘The Butcher’ un mentore e una figura di riferimento: “Ci supportiamo a vicenda da sempre: mi ha insegnato che possiamo conquistare il mondo e che nulla è impossibile. Il nostro è un legame inscalfibile, ciascuno si fida dell’altro al 100 per 100”.
E’ nelle migliaia di ore passate in palestra che Pietro ha affinato una sua dote innata, quella di mandare ko gli avversari. Ben 8 delle sue 17 vittorie (su 18 incontri totali) sono arrivate prima del limite, e 3 di queste alla prima ripresa. “Per buttare giù l’avversario non devi pensare solo a quello: un errore che si può commettere è proprio focalizzarsi sulla ricerca ossessiva del ko. Ci si arriva piazzando colpi forti e precisi”.
Un po’ come facevano Roberto Duràn, Julio Cesar Chavez e Mike Tyson, “tre dei miei pugili preferiti, soprattutto ‘Manos de piedra’ Duràn”. Atleti durissimi e al tempo stesso spettacolari sul ring. Anche Pietro ha il gusto per lo show. “Entravo sul ring sulle note di ‘Chitarra romana’ di Lando Fiorini, mi piaceva la canzone e al pubblico ancora di più, perché non è una cosa comune”. In attesa di scoprire quale brano accompagnerà il suo ingresso a Ostia, Rossetti dice la sua su Mehah (“E’ rapido e scattante. E’ un pugile forte, sarà un bell’incontro”) e su quanto sia complicato essere un professionista in Italia: “Purtroppo girano pochi soldi e i pro devono lavorare parallelamente agli allenamenti per mantenersi. Rispetto a Stati Uniti e Inghilterra, vivere di sola boxe, anche se sei forte, è difficile. Per me questo è una carica in più”. La Federazione sta attuando pratiche di supporto ai professionisti meritevoli, “ed è un bene, ma servirebbe anche maggiore copertura mediatica: più attenzione del pubblico porta più risorse, e la nascita di un circolo virtuoso. Intanto, invito tutti a connettersi su Dazn sabato prossimo: vi divertirete”.
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