Anche il sindaco Sala nella capitale cinese per prendere il testimone

Una città dinamica e all’avanguardia, culla della moda e del design, e la perla delle Dolomiti per eccellenza, arroccata in mezzo alle montagne più belle del mondo. Milano-Cortina è pronta a raccogliere il testimone da Pechino in vista dei Giochi Invernali del 2026. Il tema della dualità, insieme a quello della sostenibilità, sarà al centro del momento della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi riservato al flag handover, il passaggio della bandiera olimpica. Da domenica, infatti, l’Italia entrerà ufficialmente in possesso del vessillo a cinque cerchi e scatterà il countdown verso i Giochi nostrani. “Saremo ancora più determinati nel fare una Olimpiade diversa – esordisce il presidente della fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò – Ci sono due città molto diverse, due regioni e due province autonome, questo è un unicum nella storia delle olimpiadi moderne”.

Per la prima volta infatti le Olimpiadi si svolgeranno su una superficie di 22mila chilometri, tra Milano e Cortina, Anterselva e Bormio, fino a Livigno, con il 93% delle strutture già realizzate. Merito di Agenda 2020 e del nuovo corso del Cio, attento al concetto di eventi sostenibili dal punto di vista economico e dell’ambiente. “Abbiamo tracciato una nuova strada, una nuova era – ha proseguito il numero uno del Coni – “Nello scacchiere internazionale prevedo che o ci saranno candidature in luoghi e contesti in cui ci sono già state manifestazioni internazionali oppure il nostro modello sarà replicato all’interno di regioni dello stesso paese o perché no anche di più paesi”.

Una prospettiva intrigante che apre a nuovi scenari e candidature di più paesi. Intanto però Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina si preparano a ricevere la bandiera olimpica. “Noi crediamo che sia una grande opportunità, ci auguriamo di avere una ottima ripartenza per culminare nel 2026 con un nuovo percorso su Milano – ha spiegato il primo cittadino del capoluogo lombardo – Questi grandi eventi sono una opportunità, la domanda non è mai se lo sono o non lo sono ma ‘siamo in grado di gestirli?’. Io credo che a Milano l’abbiamo senz’altro, così come i territori che interesserano l’Olimpiadi”.

Ghedina si spinge oltre. “La ragione e la testa saranno a Milano, l’emozione e il cuore sicuramente nella nostra località. Siamo certi che sarà una grande Olimpiade – ha assicurato – Cortina vive di sport 366 giorni all’anno, noi mangiamo neve e ghiaccio per 7-8 mesi all’anno e ora avrà il suo apice nella manifestazione internazionale più importante al mondo”. A curare il segmento del passaggio di testimone ci sarà Marco Balich, che ha già organizzato cerimonie olimpiche. E vuole stupire ancora una volta il mondo, nuovamente con le bellezze dell’Italia.

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