L'azzurra ha eliminato in tre set la canadese Leylah Fernandez con i parziali di 6-2, 6-7, 6-3

La riscossa delle azzurre. Soprattutto di una ragazza dura e tenace che, come nelle favole più belle stravolge il suo destino, ne cambia il percorso, confezionandosi una settimana da sogno. Martina Trevisan, la mancina fiorentina 28enne, che per quattro anni (dal 2010 al 2014) lasciò il mondo del tennis, scaraventando a terra racchette e una buona dose di autostima, per sconfiggere un nemico infido chiamato anoressia, si prende tutti gli onori di una scalata memorabile (contro se stessa, prima ancora che con le avversarie) conquistando la semifinale del Roland Garros. E’ al momento la cima più alta della sua carriera (mai così in alto in uno Slam), ma la determinazione e il coraggio della fiorentina, che ama leggere e fare yoga, sembrano annunciare sorprese ancora più grandi. Reduce dal successo al torneo di Rabat (primo trionfo in un torneo Wta) la toscana ha superato in tre set con il punteggio di 6-2 6(3)-7 6-3 la canadese Leylah Fernandez, diciottenne candidata a diventare una delle future star del circuito. A Parigi ci si attendeva la crescita della NextGen al maschile e invece spunta un ‘giglio’ (è tifosa della Viola) sbocciato dopo anni difficili.

Dominato il primo set con autorità (avvio lanciato con un break replicato poi nel settimo gioco dopo aver esibito tutto il suo repertorio migliore, dalle volèe di dritto, alle palle corte e rovesci incrociati), nella seconda frazione ha retto alla aggressività della canadese recuperando subito il break e portando il match nelle sue mani. In vantaggio 5-4 ha la grande occasioen di chiudere la sfida con il servizio a favore ma la canadese le annulla il match ball, rientra in partita e si impone al tie break grazie anche ad una serie di errori in sequenza della toscana. Tutto sembrava svanire di colpo. Ed invece è proprio nel momento in cui sembrava che le certezze potessero sprofondare che Trevisan ha reagito da campionessa. Non si è fatta prendere più dalla paura di vincere, ha resettato, dominato i cattivi pensieri tornando a giocare il suo tennis al linite della perfezione trasformando nel terzo set il sogno in realtà. Altra partenza sprint, ritorno della canadese, lieve flessione dell’azzurra ma poi al momento del secondo match ball a disposizione nessuna paura. È la quinta italiana di sempre a raggiungere la semifinale al Roland Garros dopo Annelies Ullstein Bossi nel 1949, Silvana Lazzarino nel 1954, Francesca Schiavone (campionessa nel 2010 e finalista nel 2011) e Sara Errani (finalista nel 2012 e semifinalista nel 2013). Era dunque da nove anni che Parigi non vedeva un’azzurra salire così in alto. “Per te babbino mio”, ha urlato dopo la vittoria. “Sul primo match-point ero nervosa, tesa: mancava un punto per la semifinale. Ma poi ho accettato la situazione: ho capito che era normale sentirsi tesa ed emozionata. Sono davvero felicissima. Ieri ho parlato con Francesca e Flavia (Schiavone, regina di Parigi nel 2010 e finalista anche l’anno dopo, e Pennetta, regina di New York nel 2015; ndr) e mi sono sentita carica ed orgogliosa per quello che stavo facendo”. Giovedì alla sua prima semifinale in uno Slam, troverà dall’altra parte della rete un’altra giovanissima, Cori ‘Coco’ Gauff, numero 23 del ranking e 18 del seeding, che si è sbarazzata della connazionale Sloane Stephens con il punteggio di 7-5 6-2. Per Martina un’altra favola da vivere totalmente. E dalla quale si attende un gran finale.

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