Il numero 1 italiano si è imposto con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-3
Tra Stoccarda e Berrettini c’è un feeling speciale. Tra Matteo e l’erba pure. Però, dopo il successo su Andy Murray, al termine di una battaglia di oltre due ore e mezza, con il britannico debilitato nel terzo set per problemi fisici alla solita anca già operata in passato, il primo a essere stupito di quanto realizzato è proprio il tennista romano. Al rientro dopo uno stop di quasi tre mesi per l’operazione alla mano destra, il numero 10 del ranking ha confermato come questa sia la sua superficie prediletta. E come il ‘Boss Open’ sia il suo torneo. I numeri di Berrettini parlano per lui: l’azzurro resta imbattuto a Stoccarda con 9 vittorie consecutive e due titoli dopo quello vinto nel 2019, suo primissimo successo sui prati. Il bilancio complessivo sull’erba è di 28 vittorie e 6 sconfitte, con tre tornei conquistati sui sei totali in bacheca (due volte a Stoccarda e il Queen’s). Senza dimenticare la finale disputata a Wimbledon dell’anno scorso, unico italiano a riuscirci.
Eppure a fine partita la commozione di Berrettini è vera e sincera. “E’ incredibile, è l’ultima cosa che avrei immaginato venendo qui. Tornare in queste condizioni dopo la prima operazione della mia vita… – ha esordito l’azzurro, che si è imposto con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-3 in due ore e 40 minuti – Non ho giocato il mio miglior tennis al primo turno, ma tre anni fa qui ho giocato una delle migliori settimane della mia vita a tennis”. Una finale equilibrata, perché dall’altra parte della rete c’era un avversario che sull’erba sa esaltarsi. “E’ stato difficile oggi, Murray ha avuto la chance, anche servendo bene, di forzare la partita al terzo set. Sono rimasto lì, combattendo, congratulazioni ad Andy per il gran torneo – ha aggiunto – Non è il modo migliore per finirlo, mi dispiace molto per lui, è chiaro che era infortunato alla fine”.
I primi due set hanno regalato spettacolo, con Matteo sostenuto dal suo servizio (alla fine saranno 19 gli ace) e spesso in controllo. L’unico passaggio a vuoto nel turno di battuta, sul 6-5 in favore del britannico, è costato però caro e ha prolungato la contesa al terzo set. Dove comunque Berrettini ha subito brekkato Murray, poi condizionato da acciacchi fisici nonostante l’intervento del fisioterapista. L’inglese è rimasto stoicamente in campo, arrendendosi 6-3. “E’ un combattente incredibile”, ha ammesso il giocatore romano elogiando l’avversario in un discorso interrotto a causa di un malore per una raccattapalle. “A un certo punto mi sembrava di giocare in Italia, amo Stoccarda. Abbiamo passato tempi duri, non ero così sicuro di giocare questo torneo – ha ammesso – Ora sono qui con il trofeo in mano”. E tanta voglia di riprendersi quanto lasciato in questi mesi di riposo forzato. Con il Queen’s e Wimbledon alle porte, sognare è lecito.
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