Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz e si qualifica per la finale del ‘China Open’, torneo Atp 500 che si disputa a Pechino. Il tennista azzurro ha trionfato in due set con il punteggio di 7-6 (4), 6-1 in un’ora e 57′ di gioco. Grazie a questa vittoria il giocatore altoatesino sale al quarto posto nel ranking Atp, eguagliando Adriano Panatta con il miglior risultato mai ottenuto da un italiano nell’era della classifica computerizzata, introdotta nel 1973. In finale Sinner affronterà Daniil Medvedev, che nell’altra semifinale ha battuto in due set il tedesco Alexander Zverev.
La vittoria a Pechino contro Carlos Alcaraz “è sicuramente ai primi posti” delle partite più importanti della sua carriera, ha detto Sinner. “Direi che ogni partita contro di lui è molto dura. Dimostriamo sempre grande rispetto, giochiamo entrambi alla grande. Quando giochiamo uno contro l’altro cerchiamo di arrivare al limite“, ha aggiunto Sinner. “Oggi ho giocato un po’ meglio nei momenti importanti. Nel secondo set ho vinto 6-1 ma lui ha avuto tante occasioni e io ho cercato di rimanere concentrato. Mentre ovviamente il primo set è stato un po’ più frenetico ed io ho provato a restare lì mentalmente e sono molto contento della prestazione”, spiega il tennista altoatesino che ancora analizzando la partita dice: “Penso che sia andata molto bene. Per lo più ho cercato di rimanere aggressivo, perché quando ha molto tempo lui gioca davvero bene e in modo davvero aggressivo”.
“Il mio pronostico è stato già superato, avevo detto che Sinner sarebbe entrato tra i primi cinque. E ora prevedo che entri tra i primi tre del mondo entro la fine dell’anno, non mi stupirebbe affatto. La cosa infatti non finisce qui. Dove può ancora migliorare? Francamente non gli vedo punti deboli. Migliorare va sempre bene, speriamo che non peggiori. E ricordiamo che ha 22 anni. Ed è ‘tedesco’, il che non guasta“. Così a LaPresse Nicola Pietrangeli, icona del tennis italiano, commenta il successo di Sinner a Pechino. Quanto alla progressione costante di Sinner l’ex campione non ha dubbi: “Ha vinto facile. Alcaraz non si diverte mai quando gioca con Sinner. Perché lo patisce? Bisogna domandarlo allo spagnolo, teoricamente sulla carta è lui il più forte ma Sinner può arrivare veramente ancora più lontano. Prima dicevano che serviva male e adesso serve a 200 km/h all’ora, che deve fare? Dico sempre che non bisogna solo guardare i colpi ma anche sentire quando uno li tira. E lui fa più rumore degli altri e significa che tira più forte”, ha aggiunto. Per Pietrangeli la polemica sulla rinuncia alla maglia azzurra, scoppiata nei giorni in cui l’Italia era impegnata in Coppa Davis, è sterile: “Se uno non gioca in Davis e non veste la maglia azzurra perché va a fare un altro torneo va squalificato, ma se ti dice che sta male e porta il certificato medico che gli vuoi dire? Mica lo può obbligare o forzare a giocare se non sta bene. È una polemica che non esiste e che non dovrebbe esserci. Ripeto, il brutto è se in quella settimana che dice che sta male va a giocare in un altro posto”. Pietrangeli, prima dell’Era Open, fu numero tre del mondo in singolare sia nel 1959 sia nel 1960, secondo la classifica relativa ai tennisti non professionisti allora redatta ogni fine anno da Lance Tingay del The Daily Telegraph, considerata all’epoca quella ufficiale. “Sinner ancora non mi ha battuto, ne manca uno”, ha tenuto a specificare l’ex campione.
“È una giornata meravigliosa per il tennis italiano, per tutti quelli che in questi 47 anni hanno inseguito un sogno. Quello che prima era un sogno è diventato un obiettivo raggiungibile che oggi grazie a Sinner abbiamo raggiunto”. Così a LaPresse, il presidente della Fitp, Angelo Binaghi. Che si toglie un sassolino dalla scarpa con riferimento alle polemiche degli ultimi giorni: “Dedicato a quei deficienti che nelle settimane scorse si sono accaniti facendo i moralisti e i saccenti rispetto a un ragazzo che ha dimostrato anche oggi di essere un grande giocatore oltre che una grande persona”, rimarca il numero uno della Federtennis. “Quello che Sinner ha fatto l’ha fatto soffrendo, perché non giocare in nazionale è sempre una sofferenza anche per lui, e volendo dimostrare sul campo che lo ha fatto solo perché era strettamente necessario riprendere una forma fisica e cercare di costruire su se stesso un futuro migliore per il tennis italiano”, ha aggiunto Binaghi. “Spero che questi deficienti continuino perchè ogni volta che lo fanno, così come è accaduto alle Olimpiadi, quando Sinner vinse il suo primo Atp 500 a Washington, danno una carica bestiale a questo ragazzo che vuole dimostrare al mondo di essere un ragazzo sano, di grandi principi come è e gli fanno tirare fuori delle energie che gli permettono di superare non solo i più forti giocatori al mondo ma tutti i disturbi fisici che ha avuto in questi giorni in cui sta a Pechino. E volevano anche farlo squalificare”, ha aggiunto. “Si sono permessi di attaccare un ragazzo che rimane un esempio sportivo e morale per tutto il nostro Paese“, ha concluso Binaghi.