Si prevedono mesi difficili per Jannik Sinner in riferimento alla vicenda della positività al Clostebol, una sostanza dopante, per cui è stato assolto dall’Itia ma contro cui la Wada ha fatto ricorso al Tas. Ebbene proprio da un caso analogo non arrivano buone notizie per il campione altaotesino. Nei giorni scorsi il Tribunale di Losanna ha reso noto le motivazioni della decisione con cui hanno ridotto da quattro anni a nove mesi la squalifica della tennista ex numero 1 del mondo Simona Halep. La rumena era stata fermata a marzo per “un incauto utilizzo di un integratore contaminato” a base di Roxadustat. Questa decisione consente alla trentaduenne Halep, campionessa a Wimbledon e al Roland Garros, di tornare immediatamente al tennis.
Nelle motivazioni, il Tas sottolinea che il fatto che a consigliare l’integratore fosse stato il suo fisioterapista personale non la esime dalle colpe perché “non è un medico”. Secondo i giudici Halep “avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista” e “non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche”. Rispetto al caso dell’atleta di Costanza, va detto, Sinner è stato già assolto dall’Itia che ha riconosciuto la responsabilità dell’ex fisioterapista Giacomo Naldi nel contaminare il corpo del tennista azzurro con il Clostebol, contenuto in una pomata cicatrizzante usata per curare una ferita a un dito.