Il numero uno del mondo ha vinto 6-0 6-3 in poco più di un'ora. In palio 5,5 milioni di euro. La critica di Amnesty per l'esibizione in Arabia

Al via il Six Kings Slam, il torneo di esibizione nel quale si affronteranno i migliori tennisti del mondo. A Riyad, in Arabia Saudita, si sfideranno Jannik Sinner, Carlos Alcaraz Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev e Holger Rune.

L’esordio di Sinner

Sinner ha esordito questa sera vincendo contro Medvedev. L’azzurro, numero uno del mondo, ha superato il russo con il punteggio di 6-0, 6-3 in un’ora e otto minuti. Il 23enne altoatesino domani affronterà in semifinale Djokovic, numero quattro del ranking, già sconfitto nella finale del Masters 1000 di Shanghai. 

Cosa si vince

La competizione saudita può contare su un montepremi ricchissimo. Ognuno dei sei fuoriclasse, solo per la partecipazione, incassa circa 1,4 milioni di euro. Chi vince il torneo si aggiudica la bellezza di 5,5 milioni. In palio però non c’è alcun punto valido per la classifica Atp dato che questo torneo non fa parte del circuito professionistico internazionale. 

La critica di Amnesty: “Sinner in Arabia? Federer disse no”

C’è chi però critica quest’evento come Amnesty International. “L’Arabia Saudita è quello che maggiormente fa dello sportswashing, anche se non è l’unico. Il fatto che se ne parli meno è un segnale di aver accettato che utilizzare lo sport per nascondere la situazione dei diritti umani sia un fatto normale e non da biasimare”, ha affermato il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury contattato da LaPresse. “Questa esibizione si svolge nell’anno in cui l’Arabia Saudita con attualmente 213 impiccagioni ha stabilito il record da quando si tengono i dati sulla pena di morte, da 30 anni a questa parte. E’ un Paese in cui chiunque osa esprimere una opinione sui social viene punito con decenni di carcere”, ha aggiunto. “L’obiezione è sempre: perchè lo sport dovrebbe prendere la parola quando la politica internazionale non dice nulla. La mia risposta è che qualcuno dovrebbe iniziare a dire no. Federer lo fece, è bene che ci siano altri Federer. Ovviamente non ha risolto il problema dei diritti umani rifiutando l’invito a giocare lì, ma quando lo fece si parlò dell’Arabia Saudita e fu un gesto importante”, ha aggiunto Noury. “Continuare ad andare a prendere soldi, non dico che Sinner sappia e sia d’accordo con quello che succede, è rendendosi involontariamente megafoni di questa situazione. Ed è spiacevole”. 

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