Il tennista argentino, ex numero tre del mondo, è stato segnato da numerosi infortuni. A Buenos Aires farà la sua ultima apparizione sul campo in un match-esibizione
Un talento cristallino segnato da troppi infortuni. Juan Martin Del Potro si racconta in un video social commovente e svela le difficoltà che hanno attanagliato la sua carriera tennistica tra operazioni chirurgiche, dolori fisici e rinunce. Il campione argentino, ex numero tre del mondo, farà la sua ultima apparizione sul campo a Buenos Aires, il 1° dicembre, in un match-esibizione a cui parteciperà anche Novak Djokovic. “Cercherò di essere in forma, sarà solo un modo per dire ciao al tennis. E sono contentissimo che un uomo generoso come Nole abbia deciso di giocare insieme a me questo match”.
“Oggi non riesco a salire le scale. Ho dolore anche quando dormo”
“Quando ho giocato la mia ultima partita a Buenos Aires nel 2022, contro Delbonis, ho preso subito un volo per la Svizzera. E sono andato a operarmi per la quinta volta al ginocchio. Poi ho annunciato il mio addio al tennis, anche se stavo progettando di annunciare un mio ritorno nel caso le mie condizioni fossero migliorate”, ha raccontato il fuoriclasse di Tandil. “Dopo due mesi di recupero sono dovuto andare di nuovo sotto i ferri negli Stati Uniti. Avevo dolori alla schiena, ho avuto centinaia di infiltrazioni: nel 2019 il medico mi disse che avrei potuto recuperare dai miei problemi al ginocchio nel giro di tre mesi e invece oggi non riesco a salire le scale. Ho dolore anche quando dormo. Non ho speranze”, ha spiegato il 36enne argentino.
“Prendo dalle sei alle sette pillole al giorno”
“Per combattere il dolore prendo dalle sei alle sette pillole al giorno, l’ottava è un ansiolitico”, ha rivelato. “Quando gli amici mi invitano a giocare una partita io non posso che fare il ruolo di quello che beve mate in panchina: è terribile. Le medicine poi non hanno fatto altro che rendermi più grasso”. “Il ginocchio purtroppo ha vinto. Mi sono operato otto volte, con medici di tutto il mondo: ogni volta, prima di andare in anestesia, mi facevo coraggio ripetendomi che sarebbe tutto finito. E invece quando mi svegliavo e i medici mi chiedevano come stessi, non potevo che riconoscere di avere ancora dolore. Un medico mi ha suggerito che potrei avere una vita migliore con una protesi, ma altri specialisti hanno spiegato che sono troppo giovane per portarla: secondo qualcuno dovrei aspettare di raggiungere i 50 anni. Io ne ho 36, come possono vivere altri 15 anni così”.
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