Tra uno e due anni di stop per Jannik Sinner. E’ la richiesta che la Wada è pronta a presentare nell’ambito del processo per doping davanti al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna.
“La Wada ritiene che la conclusione di ‘nessuna colpa o negligenza’ non fosse corretta secondo le norme correnti e chiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni” per Sinner, ha detto il portavoce della Wada, James Fitzgerald, in una intervista a La Stampa in vista dell’appello sul caso Clostebol in programma davanti al Tas ad Aprile.
“La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato – prosegue Fitzgerald – salvo quelli già imposti in primo grado. Poiché la questione è ora pendente dinanzi al Tas, la Wada non commenterà ulteriormente”. Parlando in generale, senza riferirsi direttamente al caso del numero 1 del mondo, il portavoce della Wada ha ribadito che “il principio della responsabilità oggettiva è di fondamentale importanza per sostenere la correttezza nello sport. Senza di esso non ci sarebbe alcun antidoping e i dopati vincerebbero”.
“Se un atleta positivo a una sostanza proibita non dovesse spiegare da dove proviene, o come è entrata nel suo organismo, sarebbe fin troppo facile per chi ha imbrogliato sfuggire a sanzioni significative”, ha concluso Fitzgerald.