Il carrarino si è imposto in rimonta in tre set. Ora la sfida con il tennista romano
Lorenzo Musetti si qualifica per gli ottavi di finale del torneo Atp Masters 1000 di Montecarlo 2025, in corso sui campi in terra battuta del Principato. Il tennista azzurro ha battuto in rimonta in tre set il ceco Jiri Lehecka con il punteggio di 6-1, 5-7, 2-6 in due ore e 19′ minuti di gioco. Musetti, numero 16 del ranking Atp, affronterà agli ottavi Matteo Berrettini, che ieri ha battuto il numero due al mondo Alexander Zverev.
Per Musetti 3 ace e nessun doppio fallo, il 70% di prime in campo con il quale ha portato a casa il 60% dei punti e un ottimo 70% di punti vinti anche con la seconda. Nota dolente l’aver trasformato appena 4 palle-break su 18, mentre ne ha cancellate 2 delle 6 concesse. Ha messo a referto 24 vincenti a fronte di 27 errori non procurati: 25 contro 51 il bilancio di Lehecka.
Giovedì sarà derby tricolore negli ottavi tra Musetti e Berrettini, n.34 Atp. Uno pari il bilancio dei precedenti, con Lorenzo vincitore in due set nella finale dell’Atp 250 di Napoli (cemento) nel 2022 (ma il romano era infortunato al piede) e Matteo a segno, sempre in due set, in semifinale sull’erba di Stoccarda lo scorso anno.
“Io il ‘bello talentuoso’, ma oggi…”
“Per fortuna sugli spalti c’era mio zio che è cardiologo – ha raccontato divertito Musetti dopo il match – perché se da un lato è ancora più soddisfacente ed emozionante vincere così, dall’altro è chiaro che anche questa è stata un’altra vittoria sofferta per me e per il mio team. La cosa più evidente è che inizio in un modo e finisco in un altro, che è forse un mio difetto”.
“Quante volte, anche qui a Montecarlo, ricordo ad esempio il match con Diego Schwartzman, sono partito alla grande e poi ho finito in discesa. Il cambiamento di questi giorni è dovuto al fatto che ci credo di più e probabilmente ho anche più esperienza. Indubbiamente anche la partita di primo turno mi ha insegnato qualcosa e sono veramente contento perché oggi si era messa davvero male”.
Sulle sue difficoltà ad entrare in partita, il 23enne carrarino ha precisato: “Non ho ancora parlato con il mio team, ma personalmente credo sia un mix di più cose, come la voglia di voler dimostrare tanto, che in un certo senso mi blocca. Nel primo game, oggi, sono partito anche molto bene con un buon livello di energia, però è bastato quel break preso subito al 2° game, avanti 40-15, che mi sono immediatamente buttato giù. Queste cose, sicuramente, non me le posso più permettere. Però se vogliamo guardare al bicchiere mezzo pieno, il fatto di saper reagire, lottare e soffrire è una cosa di cui devo andar fiero perché sono sempre stato il ‘bello talentuoso’, che gioca un tennis-champagne, ma che può dare l’impressione di non sporcarsi le mani. Ecco, oggi mi sono sporcato le mani e anche i piedi (ride, ndr)”.
“Con Matteo un derby, bello affrontare un amico”
Sul prossimo match contro Berrettini, il carrarino afferma: “Quel giorno, sull’erba, lui è stato semplicemente più bravo di me, ma sono state due partite completamente diverse. A Napoli Matteo non era al cento per cento. La novità è che sulla terra rossa non ci siamo mai affrontati ed è una superficie dove tutti e due siamo abbastanza a nostro agio. La grande differenza, sia per me che per lui, è che non avremo più il tifo a nostro favore a cui ci ha abituati questo torneo”.
E ancora: “Matteo ieri ha detto la cosa giusta: ‘mi piace giocare questo tipo di partite’. È un derby, ma è bello avere la possibilità di affrontare un amico, un giocatore che rispetto veramente tanto e che come me è uscito da un periodo difficile. Sta rientrando alla grande e penso sia una bella vetrina, non solo per noi, ma anche per il tennis e per il nostro movimento. È confortante sapere che, anche se non c’è Jannik, comunque c’è una squadra di ragazzi che tiene alta la bandiera italiana”.
In chiusura, Musetti è tornato sul match vinto contro Lehecka: “Dal game del 5-5 nel secondo set e poi nel successivo game di servizio dove ho giocato alla grande in battuta, mi sono liberato e ho cominciato a giocare più ‘giusto’ mentre lui ha fatto più fatica. Sono riuscito ad allungare gli scambi e ho cambiare l’inerzia del match. Come dicevo a Wimbledon lo scorso anno, ho imparato ad accettare il fatto che l’estetica, il ‘giocar bene’, conta relativamente. Tante volte, nel corso della mia carriera, anche da junior, ho perso match giocando meglio del mio avversario. Il fatto di essere riuscito a portare a casa, per la seconda volta consecutiva, una partita ‘sporca’ è importante per un tipo di giocatore come me”.
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