Erano le 21.50 del 21 marzo 2006 quando l'allora 30enne Jack Dorsey, informatico, cinguettò per la prima volta
Erano le 21.50 del 21 marzo 2006 quando l'allora 30enne Jack Dorsey, informatico, cinguettò per la prima volta: "Just setting up my twttr". Sono passati dieci anni e quel 'twttr' è diventato Twitter, trasformando Dorsey in uno dei pionieri dei social network. In tutto il mondo sono circa 320 milioni gli utenti registrati, dei quali 254 milioni soltanto negli Stati Uniti. Il 'cugino' Facebook resta comunque irraggiungibile, con il suo miliardo e mezzo di utenti, seguito dal miliardo di Youtube e dai 400 milioni di Instagram. Al momento, però, non sono previsti grandi cambiamenti sulla piattaforma di microblogging, nonostante la distanza dagli altri social. Lo stesso Dorsey, nel corso del 'Today Show' sulla Nbc ha smentito alcune indiscrezioni degli ultimi mesi, secondo le quali sarebbe pronta una nuova funzione che potrebbe estendere il limite dei 140 caratteri a 10mila battute.
Il compleanno del social network rischia di non essere una data da festeggiare. Dal punto di vista economico, infatti, Twitter non decolla e in dieci anni non è mai riuscito a chiudere un bilancio in attivo. Anche il debutto a Wall Street, avvenuto nel 2013, non è stato un successo e a gennaio le sue azioni hanno toccato il record minimo di 17,66 dollari. E i suoi utenti crescono in maniera decisamente più lenta rispetto agli altri social, complice il tipo di piattaforma più appetibile per i personaggi celebri che non per gli utenti comuni. Il punto di forza del sito di microblogging, che rischia di diventare anche il suo peggior 'difetto', è la capacità di veicolare le informazioni da uno verso tanti: caratteristica che lo rende tanto amato da politici, attori e cantanti.
La reginetta assoluta di Twitter, con i sui 84,7 milioni di followers, è Katy Perry, seguita da Justin Bieber (77,3 milioni) e Taylor Swift (73 milioni). Bisogna scendere dal podio e arrivare al quarto posto per trovare un personaggio che non appartiene al mondo dello spettacolo: è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con i suoi 71,2 milioni di seguaci. Cifre molto più basse nella classifica italiana, Paese nel quale Twitter non è riuscito a entrare nel cuore degli utenti quanto Facebook. A guidare la top ten sono due sportivi: Valentino Rossi con 4,2 milioni di followers e Mario Balotelli con 3,7 milioni. Al terzo posto c'è Papa Francesco con 3,4 milioni di seguaci. Ma per il pontefice, il discorso è diverso: se si sommano infatti i suoi nove account nelle diverse lingue arriva a ben 27 milioni di followers. Il profilo più seguito è quello spagnolo, con più di 11 milioni di seguaci, in coda quello inglese e poi l'italiano. Per il presidente del Consiglio Matteo Renzi, per ora, solo il nono posto nella classifica italiana, con 2,3 milioni di followers.
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