Il punto di vista di Leonardo Pesci nella rubrica "Scenari ciber(n)etici” curata da DEAS S.p.A per TPI

L’aumento della minacce cyber ha portato alla necessità di una maggiore cooperazione tra gli Stati membri dell’UE per garantire la sicurezza dei sistemi informatici e delle infrastrutture critiche: lo sottolinea Leonardo Pesci nella rubrica “Scenari ciber(n)etici” curata da DEAS S.p.A. e pubblicata bisettimanalmente su TPI.

In particolare, risulta importante in questo contesto l’istituzione dell’ENISA (European Network and Information Security Agency), avvenuta nel 2004, che ha contribuito allo sviluppo di politiche comuni in materia di cybersicurezza e alla cooperazione tra gli Stati membri.

Tuttavia, vi sono anche alcune criticità riguardanti il finanziamento dell’ENISA e la necessità di risolvere il problema del free riding da parte degli Stati membri. Secondo Leonardo Pesci, infatti, nonostante le diverse iniziative legislative comunitarie volte a promuovere una maggiore cooperazione nel settore cyber, è necessario che vi sia una migliore comunicazione e un maggior coordinamento tra le agenzie che si occupano di cybersicurezza a livello statale e inter-governamentale.

È fondamentale, inoltre, che venga definito chiaramente il comportamento da seguire in caso di attacco informatico classificato come “attacco armato”, oltre alla necessità di sviluppare una opinio juris comune per lo sviluppo di politiche pubbliche adatte al cyber spazio nelle relazioni internazionali.

La strada da seguire potrebbe essere quella del Tallinn Manual 2.0, uno strumento importante per sviluppare un framework teorico comune del diritto internazionale nel campo cyber.

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