Alla ricorrenza hanno partecipato i rappresentanti delle aziende leader del settore italiane e americane

Giovedì 15 dicembre l’Ambasciata d’Italia a Washington ha ospitato la Giornata nazionale italiana dello spazio, una ricorrenza lanciata nel 2020 dal governo italiano per commemorare il lancio nel 1964 del programma satellitare San Marco I, che rese l’Italia il terzo Paese al mondo con una presenza nello spazio, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica. L’evento, organizzato in collaborazione con ICE, Asi, U.S. Space Foundation, U.S. Chamber of Commerce e George Washington University, ha visto la partecipazione dei principali leader italiani e statunitensi del settore spaziale.

“È una giornata speciale per noi. Vogliamo evidenziare la competenza, l’esperienza e la visione italiana in un settore in rapida crescita e richiamare l’attenzione sui principali benefici economici, commerciali e sociali che lo spazio può offrire, sia a livello nazionale che internazionale”, ha dichiarato l’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, nel suo discorso, ricordando anche che l’Italia è stata “il primo grande Paese europeo a firmare un accordo bilaterale con la NASA e il primo ad aderire agli accordi Artemis”. Da parte sua Chirag Parikh, vice assistente del Presidente e Segretario Esecutivo del National Space Council, ha osservato che “L’Italia ha una lunga storia nella scienza, nell’esplorazione e nello spazio”, sottolineando che per gli Stati Uniti “l’Italia continua ad essere un partner indispensabile nella cooperazione spaziale nei settori civile, della sicurezza e commerciale”.

“L’Italia e gli Stati Uniti hanno una storia di collaborazione molto ricca. Un esempio fondamentale è il coinvolgimento italiano nella Stazione Spaziale Internazionale. Si può probabilmente affermare che non esisterebbe la Stazione Spaziale Internazionale senza la partecipazione italiana. La ricerca e la leadership che hanno dimostrato sono state incredibili in ogni aspetto della tecnologia che abbiamo potuto osservare sulla Terra, soprattutto qui negli Stati Uniti”, ha detto Kelli Kedis Ogborn, vicepresidente di Space Commerce and Entrepreneurship presso la Space Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1983 con lo scopo di offrire informazione, programmi educativi e collaborazioni nell’ambito dell’esplorazione e dell’industria spaziale globale. 

All’evento italiano hanno partecipato i rappresentanti di molte aziende americane, tra cui Blue Origin, SpaceX, Axiom Space, AWS, Sierra Space, Boeing, Virgin Orbit, L3 Harris, Virgin Galactic, Firefly, NASA e Rocketjet Aerodyne. L’industria aerospaziale italiana e le istituzioni erano rappresentate da Leonardo e le sue controllate, Telespazio e Thales Alenia Space, Avio, Argotec, Altec, RME, D-Orbit, T4i, Breton, Picosats, Space Factory, Astra Space, BluElectronic, AEREA , CEI Piemonte (Agenzia per gli Investimenti, il Turismo e l’Export), Emilia-Romagna (Art-ER Attractiveness Research Territory Emilia-Romagna), CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali), Cassa Depositi e Prestiti e Intesa SanPaolo.

 

“Per l’Italia, gli Stati Uniti sono uno dei partner principali e siamo molto interessati al loro mercato e so che anche gli Stati Uniti guardano a noi, perché abbiamo una capacità storica nello spazio. Penso che in futuro potremo collaborare, con grandi opportunità nel mercato commerciale, che è un mercato in rapida crescita per noi, e gli Stati Uniti sono un obiettivo per noi”, ha dichiarato Cristina Sgubin, Segretario Generale e General Counsel di Telespazio-Leonardo.

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