Aumento medio di 124 euro per il personale docente. "Piena soddisfazione" di Valditara. Landini: "Risultato importante"
È stato raggiunto oggi presso l’Aran l’accordo con le organizzazioni sindacali per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) Comparto istruzione, università e ricerca 2019/21. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprime “piena soddisfazione” per la definizione delle trattative che hanno condotto alla sottoscrizione dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale, con la condivisione delle principali parti sindacali rappresentative. Lo comunica una nota del ministero.“Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha detto Valditara, “sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente”. La definizione del contratto fa seguito al risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il ministro e i sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, ha messo a disposizione della contrattazione collettiva tra Aran e Organizzazioni sindacali, per il rinnovo del Ccnl del comparto Istruzione, risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il miglioramento dell’Offerta Formativa (Fmof), pari a 300 milioni di euro. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio per il personale docente pari a 124 euro al mese.
Maggiore tutela per personale precario
Con ulteriori provvedimenti è stata riconosciuta al personale precario docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) una maggiore tutela, consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari. Si sono inoltre concretizzati gli impegni dell’accordo politico di novembre, riconoscendo un ulteriore incremento stabile della Retribuzione professionale docenti (Rpd) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 194,80 euro a 304,30 euro al mese e un ulteriore incremento del Compenso individuale accessorio (Cia) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 79,40 euro a 87,50 euro. A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti finanziato con il Fmof. In merito alle attività, recentemente introdotte, che vedono protagonisti i tutor e gli orientatori, sono state recepite dal contratto che le inquadra come funzioni professionali e le riconduce nella contrattazione dando seguito a un preciso impegno preso in tal senso dal Ministero. Nel contratto è stato dato un importante riconoscimento anche al personale Ata. Infatti, è stato possibile prevedere un riordino delle aree relative al personale Ata delle istituzioni scolastiche, offrendo concrete opportunità di sviluppo professionale a una platea di circa 182.000 dipendenti. Grazie all’input del ministro Valditara, sottolinea il ministero, si è riusciti a reperire le risorse finanziarie necessarie per un incremento sostanziale delle relative posizioni economiche.
Zangrillo: “Aumenti fino a 190 euro per 1,2 mln dipendenti”
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, afferma: “Si tratta di un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro in un settore cruciale per la crescita del Paese”. Una nota del ministero sottolinea che il contratto riguarda oltre 1,2 milioni di dipendenti e prevede aumenti mensili tra i 124 euro, per i docenti, e i 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Novità di rilievo è l’introduzione del lavoro agile, che viene regolamentato anche per questo comparto. “L’accordo odierno, molto atteso, prosegue l’impegno per i rinnovi contrattuali avviato lo scorso autunno con la firma sui contratti di 2,2 milioni di dipendenti – sottolinea Zangrillo -. Guardiamo con fiducia a una nuova stagione di confronto. Abbiamo un primo appuntamento, a settembre, con la Nadef: incontrerò il ministro Giorgetti per comprendere il perimetro finanziario entro il quale potremo muoverci. L’attenzione verso il lavoro pubblico, centrale nell’agenda del governo, è massima, ma ricordo che per chiudere l’ultima tornata contrattuale ci sono volute quattro leggi di bilancio. In quella del 2023 non c’erano risorse, perché era urgente sostenere imprese e famiglie in difficoltà a causa del caro energia e dell’aumento dell’inflazione. Ora la buona notizia è che l’Italia si sta comportando bene, come evidenziano i principali indicatori economici, ma serve ancora responsabilità: mi batterò per ribadire le ragioni della necessità di dare attenzione al tema retributivo, guardando però al futuro tenendo i piedi ben saldi a terra”.
Landini: “Risultato importante”
“Dopo una lunga trattativa è stato raggiunto oggi all’Aran l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-21 per il ‘Comparto Istruzione e Ricerca’. Un risultato molto importante per la nostra organizzazione“. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.”Ora – aggiunge il leader della Cgil – dobbiamo lavorare, non soltanto per i passaggi democratici necessari, attraverso la consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, ma soprattutto per richiedere all’interno della legge di bilancio le risorse indispensabili per rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro di tutto il pubblico impiego per gli anni 2022-24“.”Inoltre, è necessario contrastare l’autonomia differenziata che rischia di pregiudicare il sistema nazionale di istruzione”, conclude Landini.
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