Applauso nell'Aula di Montecitorio
La Camera ha approvato all’unanimità, con 281 voti a favore e nessun contrario, la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico, che introduce disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. L’approvazione è stata accolta con un applauso nell’Aula di Montecitorio. Il testo passa al Senato.
Che cos’è l’oblio oncologico
Secondo la proposta di legge approvata in prima lettura alla Camera, per “diritto all’oblio oncologico” si intende “il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica”. Gli ambiti di applicazione della nuova normativa, in cui è dunque vietata la discriminazione delle persone già affette da tumore, vanno dall’accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi fino alle adozioni, passando per l’accesso ai concorsi e al lavoro.
Gardini (FdI): “Con legge si cancella lo stigma”
“Con il voto di oggi sul diritto all’oblio oncologico, finalmente si cancellano per legge i tuttora molto diffusi e penalizzanti stigma: ‘cancro uguale morte’ oppure ‘cancro uguale malattia incurabile e inguaribile’. I guariti dal cancro, infatti, non potranno più essere discriminati nella vita sociale, professionale e familiare, perché non saranno più possibili discriminazioni nel campo assicurativo, finanziario e lavorativo”. Lo dichiara il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Elisabetta Gardini.”Anche il riconoscimento dell’idoneità all’adozione – aggiunge – non potrà più essere negato. L’Italia così non solo dà tempestiva attuazione a quanto prevede la legislazione europea ma, avendo ampliato il ‘diritto all’oblio’ alla prevenzione delle discriminazioni, rappresenta una buona pratica e si pone all’avanguardia in Europa. Un grazie particolare alle Associazioni fondate e gestite dagli stessi pazienti, a cominciare dalla loro Federazione. Il loro contributo, a livello nazionale ed europeo, è stato prezioso per capire concretamente le difficoltà dei malati e delle persone guarite dal cancro e anche per individuare le possibili soluzioni”, conclude.
Furfaro (Pd): “Si cancellano discriminazioni”
“Nel nostro Paese superare la malattia a livello clinico non ha significato smettere di essere considerati dei ‘pazienti’. Spesso le persone vengono costrette a dichiarare le neoplasie da cui sono state affette in passato, venendo classificate – e quindi discriminate – come clienti ‘a rischio’. Tutto diventava difficile, a volte impossibile: accedere a un mutuo, a un finanziamento, a polizze assicurative, a un percorso di adozione di un figlio, nell’affidamento di un minore. Difficile pure non essere discriminati sul lavoro. Un vuoto normativo ha fatto sì che persone guarite vivessero con l’ansia addosso di uno stigma continuo, una colpa che non le faceva sentire normali, uguali a tutte le altre. Discriminazioni senza alcun fondamento medico e che finalmente oggi ci spingono a colmare questo vuoto”. Così il capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera e componente della segreteria nazionale, Marco Furfaro, era intervenuto in Aula per annunciare il voto favorevole del Gruppo alla proposta di legge. “In questa legislatura – ha aggiunto – il Pd ha presentato una proposta sull’oblio oncologico a mia prima firma. Altre colleghe e colleghi di altri partiti hanno fatto lo stesso. Ringrazio di cuore le due relatrici, Maria Elena Boschi e Patrizia Marrocco, per aver costruito un clima collaborativo tra le forze politiche per arrivare a un testo condiviso. Lo dobbiamo a Laura, una ballerina che ha curato un tumore al seno e che potrà chiedere un mutuo per realizzare il sogno di aprire una scuola di danza”. “Lo dobbiamo a Francesco, guarito da un tumore alla tiroide, che insieme alla compagna potrà finalmente accedere alla strada dell’adozione. Per una volta possiamo dire che la politica ha dato un bello spettacolo. Perché oggi – ha concluso Furfaro – approviamo una legge di civiltà che porrà fine a tante discriminazioni“.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata