Papa Francesco parla con i media sul volo di ritorno dalla Mongolia e, in merito ai prossimi viaggi in programma, avverte: “Sugli altri viaggi c’è Marsiglia e poi c’è qualcuno in un Paese piccolo dell’Europa e stiamo vedendo se possiamo farlo ma, dico la verità, per me adesso fare un viaggio non è tanto facile come all’inizio, ci sono delle limitazioni nel camminare e questo limita, ma vediamo”. E, ironizzando, ha aggiunto: “Sul viaggio in Vietnam, se non andrò io, di sicuro andrà Giovanni XXIV. È sicuro che ci sarà, perché è una terra che merita di andare avanti, che ha la mia simpatia”.
Bergoglio ha anche parlato delle polemiche nate dopo che lo scorso 25 agosto, in un collegamento video con i partecipanti all’incontro dei giovani cattolici di San Pietroburgo, il Pontefice li aveva esortati a non dimenticare l’eredità della ‘Grande Russia’. “Forse non è stato felice, ma parlando della grande Russia nel senso forse non tanto geografico, ma culturale, mi è venuto in mente quello che ci hanno insegnato nella scuola: Pietro I, Caterina II”, ha detto il Papa. “Ed è venuto questo terzo (elemento, ndr), che forse non è proprio giusto. Non so. Che gli storici ci dicano. Ma è stata un’aggiunta che mi è venuta in mente perché l’avevo studiato a scuola. Quello che ho detto ai giovani russi è di farsi carico della propria eredità, di prendere la propria eredità, che vuol dire non comprarla altrove. Prendersi la propria eredità”, ha continuato, prima di aggiungere: “E quale eredità ha dato la grande Russia: la cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici. Avete avuto anni bui in Russia, ma l’eredità sempre è rimasta così, alla mano. Poi lei parla dell’imperialismo. E io non pensavo all’imperialismo quando ho detto quello, ho parlato della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, mai; è sempre dialogare, e parlavo di questo. È vero che ci sono degli imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia. Mi fermo qui: quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, questo è il veleno. Si usa la cultura, ma distillata in ideologia”.
Francesco ha inoltre ribadito che continua la missione di pace del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. “La missione del cardinale Zuppi è una missione di pace che io ho assegnato. E lui ha fatto un piano che prevedeva di visitare Mosca, Kyiv, Stati Uniti e anche Pechino. Il cardinale Zuppi è un uomo di grande dialogo e di visione universale, lui ha nella sua storia l’esperienza del lavoro fatto in Mozambico nella ricerca della pace e per questo ho inviato lui”, ha detto.
Il Papa, che a ottobre pubblicherà la seconda enciclica ‘Laudato Si’, in materia di ambiente, sul tema ha detto: “I giovani sono preoccupati. Uno scienziato italiano bravo – abbiamo fatto un incontro all’Accademia – ha fatto un bell’intervento e ha finito così: ‘Io non vorrei che la mia nipotina, che è nata ieri, entro trent’anni viva in un mondo così brutto’. I giovani pensano al futuro”. Poi ha aggiunto: “E in questo senso mi piace che lottino bene. Ma quando c’entra l‘ideologia o c’entra una pressione politica o si usa per questo, non va. La mia Esortazione apostolica uscirà il giorno di San Francesco, 4 ottobre, ed è una revisione di cosa è successo dalla COP di Parigi, che forse è stata la più fruttuosa, fino ad oggi. C’è qualche notizia su alcune COP e alcune cose che ancora non sono state risolte e c’è l’urgenza di risolverle. Non è così grande come la Laudato si’ ma è portare avanti la Laudato si’ nelle cose nuove, e anche un’analisi della situazione”.