Carlien Scheele, direttrice dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (Eige), racconta a LaPresse: "Le diverse definizioni rendono difficile il monitoraggio"

Le definizioni non uniformi nei diversi Paesi rendono difficili la raccolta dati su violenza contro le donne e femminicidi. L’allarme arriva dall’Ue: “Attualmente ci troviamo di fronte a una mancanza di dati comparabili riguardo al femminicidio e ad altre forme di violenza contro le donne in tutta l’Ue. Ciò è dovuto principalmente alle diverse definizioni, ai diversi sistemi e pratiche di registrazione, alle diverse variabili raccolte con diversi livelli di disaggregazione, alle diverse unità di conteggio e così via, utilizzati dalle autorità nazionali che registrano questo tipo di dati amministrativi” ha detto a LaPresse Carlien Scheele, direttrice dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), l’agenzia dell’Unione europea volta a promuovere la parità tra i sessi e combattere le discriminazioni di genere.

Andare avanti con la legislazione sarà fondamentale. La Convenzione di Istanbul sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne costituisce un quadro essenziale che ha contribuito a compiere passi avanti nella lotta alla violenza contro le donne – ha spiegato -. A livello dell’Ue, la proposta di direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica fornisce una chiara via da seguire, anche per quanto riguarda la raccolta e il monitoraggio di dati comparabili. Al momento, l’Eige sta lavorando per contribuire a stabilire definizioni comuni, quadri di misurazione comparabili e armonizzazione nella raccolta dei dati. E se la proposta di direttiva verrà approvata, siamo pronti a sostenere il coordinamento dei dati amministrativi”.

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