Milano, 23 nov. (LaPresse) – Nei Cuav, Centri per uomini autori di violenza, ‘solo’ l’8% degli uomini ha dipendenze patologiche e ‘solo’ il 4% ha problemi di salute mentale. Lo rileva la seconda indagine nazionale sui Centri per uomini autori di violenza del progetto Viva, con Cnr-Irpps e il Dipartimento per le Pari Opportunità della presidenza del Consiglio, che sarà presentato in questi giorni in vista della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne e che LaPresse ha potuto visionare in anteprima. Complessivamente, nel corso del 2022, sono 4.174 gli uomini che hanno frequentato i Cuav, per una media di 45,9 uomini a centro. Sono 2.802 i nuovi ingressi: i percorsi all’interno di questi centri durano generalmente almeno 12 mesi. Tra questi uomini, 677 sono stranieri, 329 hanno dipendenze patologiche (l’8% sul totale delle prese in carico dei Cuav che hanno indicato questo dato), 173 uomini sono seguiti dai servizi di salute mentale (il 4% sul totale delle prese in carico dei Cuav che hanno indicato questo dato). “Va ricordato però – evidenzia a LaPresse il sociologo Pietro Demurtas, tra gli autori dell’indagine – che in alcuni centri non vengono ‘accettati’ nei percorsi uomini con gravi problemi psichiatrici o dipendenze”. Il dato è comunque indicativo del fatto che la maggior parte dei maltrattanti non sempre ha particolari problemi pregressi: “Non sono dei malati, ci sono molti stereotipi rispetto a queste persone come se fossero tutte con problemi psichici – dice a LaPresse la criminologa Francesca Garbarino, del CIPM -. Questo può essere tra i fattori di rischio ma non è la causa. Non necessariamente ci sono stati maltrattamenti precedenti subiti, vanno sfrondati tutti questi stereotipi. Non c’è un identikit del maltrattante”.

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