Roma, 21 ott. (LaPresse) – “Siamo arrivati a questo punto a seguito di una sentenza della Corte di giustizia europea che non è stata ben compresa. In altra parole questa sentenza, oltre a ribadire il principio che è compito degli Stati individuare quali siano gli Stati sicuri, pone poi delle condizioni nel momento in cui un giudice intenda dare una definizione diversa di Stato sicuro in merito alla situazione di determinate persone. Il nocciolo di questa sentenza, è che il giudice deve, nel momento in cui si pronuncia, dire in maniera esaustiva e completa, nel caso di specie, quali siano le ragioni per cui per quell’individuo quel determinato Paese non è ritenuto sicuro. Nelle motivazioni dei decreti al centro del dibattito in questi giorni” questo manca. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il via libera in Cdm al dl recante ‘disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale’. “Inoltre questi soggetti sono di cittadinanza incerta, quindi si devolve all’arbitrio di queste stesse persone le definizioni dei parametri di sicurezza o meno del Paese da cui provengono”, ha aggiunto.

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