Roma, 21 gen. (LaPresse) – “Vidi Giulio nella prigione del Cairo. Ricordo come era vestito, non era sanguinante ma si capiva dal suo viso che era stato torturato”. Così in una video intervista, in lingua araba tradotto in italiano e realizzata dal teste protetto ‘Iota’, proiettata nell’aula bunker di Rebibbia a Roma, un detenuto che incontrò Giulio nel carcere a Il Cairo, proiettato nell’aula bunker dove è in corso il processo per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio, assassinato al Cairo, in Egitto, dove sono imputati il generale Tariq Sabir, e gli ufficiali Athar Kamal, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdel Sharif, tutti 007 del governo egiziano. Prima della proiezione dell’intervista, realizzata dal teste ‘Iota’ ha deposto Paola Deffendi, la mamma di Giulio. Gli avvocati difensori dei quattro imputati si sono opposti all’acquisizione del filmato.
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