C'è voluta una settimana di proposte respinte, veti incrociati e ipotesi fantasiose per arrivare al punto di partenza. La Politica non riesce a trovare soluzioni diverse dallo status quo
Ed alla fine si torna all’inizio, al nome di Mattarella. Una nuova fumata nera, probabilmente l’ultima. Il settimo scrutinio nell’Aula di Montecitorio non è stato ancora quello buona ma, salvo sorprese, la successiva votazione prevista dalle 16.30 alla Camera sarà quella decisiva per l’elezione del presidente della Repubblica. Le forze parlamentari, ad eccezione di Fdi, hanno infatti scelto di convergere sulla rielezione di Sergio Mattarella. L’affermazione della ricandidatura dell’attuale inquilino del Colle è maturata col passare dei giorni, tra nomi bruciati e veti incrociati da parte dei partiti di centrodestra e centrosinistra, ed è stata via via accompagnata da una crescente spinta del Parlamento che, scrutinio dopo scrutinio, ha assegnato a Mattarella un numero sempre maggiore di preferenze. Lunedì il capo dello Stato uscente aveva ricevuto 16 voti, martedì 39, mercoledì 125, giovedì 166. Ieri, poi, alla prima votazione di giornata 46 (quando il centrodestra ha tentato il blitz sulla presidente del Senato, Elisabetta Casellati), e alla seconda 336. Questa mattina, infine, al termine dello spoglio i voti per Mattarella sono stati 387.
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