La compagnia Wagner rivela l'esecuzione di alcuni bambini

Il fronte dei paesi contrari all’import di grano ucraino si allarga. Anche la Slovacchia ha deciso di sospendere temporaneamente l’importazione dei prodotti agricoli dall’Ucraina, andando ad aggiungersi allo stop imposto da Polonia e Ungheria. Il problema è soprattutto di mercato interno, dopo che grossi quantitativi di grano ucraino hanno iniziato ad alterare il mercato dei paesi vicini: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria, facendo abbassare i prezzi e creando meccanismi di concorrenza al ribasso. In effetti, la decisione dell’Ue di eliminare fino a giugno i dazi su tutte le merci importate da Kiev come “misura straordinaria” per aiutare il paese oppresso dall’aggressione, nell’ambito dell’accordo di libero scambio, sta creando non pochi problemi agli agricoltori europei. La solidarietà europea, insomma, si infrange con il rischio di alterare il mercato interno. Per questo la Commissione europea corre ai ripari e, dopo aver approvato a fine marzo un primo pacchetto da 56 milioni di sussidi per Polonia, Bulgaria, Romania, sta lavorando a una seconda tranche di misure per gli altri paesi esposti, mentre cerca di mettere ordine alle iniziative nazionali. L’Esecutivo Ue ha ribadito che le azioni unilaterali dei singoli Stati “non sono possibili” perché “le politiche commerciali sono competenza esclusiva dell’Ue”, afferma una portavoce della Commissione, ed è in contatto con l’autorità per capire quali sono le basi legali di queste misure. Il tutto mentre le prospettive che si rinnovi l’accordo Onu per tirare fuori il grano dall’Ucraina “non sono così brillanti”, per dirla con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

“La Russia sta bloccando ancora una volta 50 navi con grano urgentemente necessario nel Mar Nero”, ha denunciato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ricordando il successo delle corsie di solidarietà dell’Ue, “che hanno portato 25 miliardi di tonnellate di grano nel mondo”.Intanto, le cronache della guerra si arricchiscono di un nuovo particolare agghiacciante. Due mercenari russi del gruppo Wagner hanno ammesso di aver ucciso oltre 20 bambini e adolescenti ucraini durante la guerra in Ucraina nelle zone di Bakhmut e Soledar. A riportarlo è Ukrainska Pravda, che afferma che riporta i racconti di due mercenari a Vladimir Osechkin, fondatore di Gulagu.net, sito dell’omonima organizzazione contro la corruzione e la tortura, con l’ammissione di uno dei due di aver “sparato alla testa a una bambina di 5 anni”. Affermazioni respinte dal fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, secondo cui “nessuno spara mai a civili o bambini, nessuno ne ha bisogno”. Da Mosca arrivano anche segnali di una rinnovata sintonia con Pechino, dopo la visita del ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, al presidente russo Vladimir Putin. Le relazioni tra Russia e Cina sono “molto forti” e superano “le alleanze politico-militari dell’era della Guerra Fredda. Sono costruite sui principi di non allineamento, e non confronto con una terza parte. Sono molto stabili” e “stanno diventando più forti di giorno in giorno”, ha affermato il rappresentante di Pechino.

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