Il ministro della Giustizia: "Raggiunto punto di non ritorno"

La lente di Palazzo Chigi è puntata sul caso dossieraggio. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto che venga istituita una commissione d’inchiesta. “Ieri ho avuto un incontro con il ministro della Difesa Guido Crosetto, con un informale scambio di opinioni. Credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio per le parole di Cantone, è diventata ancora più seria”, ha detto il Guardasigilli a margine di un evento a Palazzo Lombardia, a Milano. 

Sulla stessa linea Guido Crosetto. “Sono convinto che sia molto importante portare avanti il percorso di audizioni, di lavoro e di analisi che la Commissione Antimafia ed il Copasir hanno iniziato, a seguito della richiesta di audizione da parte dei magistrati Cantone e Melillo in relazione al ‘caso dossier’ iniziato da una mia denuncia”, ha detto, attraverso una nota, il ministro della Difesa. “Penso che il loro lavoro sia il prodromo per cogliere lo spunto di riflessione che il Ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha oggi offerto al Parlamento e su cui concordo pienamente: valutare se sia necessaria l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, che possa approfondire i temi più rilevanti ed oscuri che sono emersi finora, indagando sull’abuso nell’utilizzo delle banche dati, sulle regole che ne possono consentire il controllo, sull’esistenza di un sistema di dossieraggio, su eventuali mandanti o beneficiari, sui poteri necessari per difendere lo Stato e i controlli per evitare l’abuso di tali strumenti. Temi di così grande rilevanza meritano il coinvolgimento del massimo organo di rappresentanza democratica del popolo e cioè il Parlamento”, ha aggiunto.

Crosetto: “Disponibile per audizione a Copasir e Antimafia”

Crosetto, intanto, ha fatto sapere di aver dato disponibilità per essere ascoltato in Commissione antimafia sul caso.”Oggi ho sentito il presidente del Copasir, onorevole Lorenzo Guerini, e la presidente della commissione antimafia, onorevole Chiara Colosimo, ed ho dato loro la mia piena disponibilità per un’audizione in relazione al caso dossier generato da un mio esposto”, ha comunicato attraverso una nota Crosetto. “Ringrazio il dott. Cantone per le parole di gratitudine che ha voluto usare nei miei confronti – ha proseguito il ministro -. Ritengo di aver fatto solo il mio dovere di cittadino e a tutela delle Istituzioni che oggi rappresento”.

Nordio: “Parole Cantone molto forti, raggiunto punto di non ritorno”

“Quanto sta emergendo in Dna è oggetto di indagine giudiziaria. Ovviamente, il ministero della Giustizia è estremamente attento a quanto è stato riferito in questi giorni, soprattutto nelle audizioni. Le parole usate da Cantone sono state estremamente forti e, dopo queste valutazioni estremamente severe, io credo che sia necessario fare una riflessione molto molto profonda su quelle che sono le violazioni dei diritti individuali alla riservatezza. Queste violazioni sono già state fatte in passato. Credo che adesso abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse un punto di non ritorno e che quindi sia necessaria una profonda riflessione che a mio avviso potrebbe e dovrebbe essere non solo normativa, ma anche politica”, ha aggiunto Nordio. 

Anm: “Innalzare tutele per proteggere banche dati”

Sul caso si è espressa anche l’Associazione nazionale magistrati. “Un fenomeno imponente di penetrazione in una banca dati importante per la lotta al crimine e per la prevenzione. Certamente occorre innalzare i meccanismi di tutela che impediscono accessi abusivi”, ha affermato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, intervistato da RaiNews24. “Colpisce che questi accessi abusivi a diverse banche dati si siano protratti nel tempo. Serve creare degli scudi che proteggano le informazioni sensibili, mentre certamente non è affatto saggia l’idea di eliminare queste banche dati”. 

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