La segretaria del Pd Elly Schlein: "Quelle risorse potevano essere usate meglio". Ma von der Leyen accoglie i centri con favore: "Lezioni da questa esperienza"
Opposizioni all’attacco del governo Meloni nel giorno in cui la prima nave della Marina Italiana è diretta in Albania per portare il primo gruppo di migranti nei centri allestiti a Schengjin e Gjader. Tra le prime a puntare il dito la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri Migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l’intero impianto dell’accordo con l’Albania”, ha dichiarato la leader Dem che ha poi aggiunto: “Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri. Adesso abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi”.
Schlein: “Governo butta 800 mln in accordo deportazione”
La leader del Pd ha poi dichiarato in un secondo momento che “il governo Meloni butta 800 milioni degli italiani in un accordo di deportazione di Migranti in Albania, in violazione dei diritti fondamentali e in spregio a una sentenza della Corte di Giustizia europea che fa già scricchiolare l’intero impianto di quell’accordo”. Parlando a margine del convegno in Senato ‘Verso la legge di Bilancio. Rilanciare l’economia, dare valore alle persone’, Schlein ha aggiunto: “L’hanno fatto di fretta, con degli affidamenti diretti per milioni e milioni di euro senza trasparenza. Soldi che avremmo potuto utilizzare per abbattere immediatamente le liste d’attesa che fanno aspettare un anno e mezzo per una gastroscopia agli italiani che ne hanno bisogno. Noi non ci stiamo”, ha concluso.
Bonaccini: “In Albania propaganda, Governo usi 1 mld per sanità”
A farle eco l’eurodeputato e presidente del Pd Stefano Bonaccini che intervenendo a ‘Tagadà‘ su La7 ha definito l’operazione di Giorgia Meloni in Albania “pura propaganda” soprattutto “se guardiamo ai numeri assoluti. Non c’è un altro Paese in Ue che stia facendo altrettanto”. Il Governo “spende 1 miliardo di euro e poi dice che non sa dove prendere i soldi per la sanità”.
Magi: “Italia entra in zona grigia diritto”
Secondo il segretario di Più Europa Riccardo Magi “con il primo gruppo di Migranti in Albania, l’Italia apre ufficialmente le sue prime colonie detentive per stranieri nel territorio di un altro Paese. E non è vero come dicono Meloni e Piantedosi che portiamo l’Europa in Albania perché stiamo portando l’Italia fuori dall’Europa e fuori dal diritto europeo. Il fatto che anche altri Paesi siano tentati da questa strada non solo rappresenta un macabro esempio che l’Italia dà al resto del mondo, ma anche è il segno della crisi profonda delle democrazie occidentali”. “In Albania saranno portate persone che non hanno commesso reati – continua Magi – che sono state salvate in mare e che saranno illegalmente detenuti in maniera collettiva. Lì dovranno fare ricorsi attraverso avvocati che potranno vedere solo in video, così come la commissione che dovrà valutare la domanda di asilo dovrà farlo solo in video. Un enorme spreco di denaro pubblico per uno spot elettorale di Meloni che va a ledere il diritto europeo e anche italiano”.
Fratoianni: “Centri Albania sperpero gigantesco”
Nicola Fratoianni di Avs dichiara: “Continua la deportazione nei lontani porti del Nord Italia delle navi Ong che salvano vite nel Mediterraneo, e si proseguirà a non organizzare quelle operazioni coordinate ed istituzionali di ricerca e soccorso nel Mediterraneo tanto necessarie quanto urgenti. L’unica cosa che ora avrà inizio sarà la grancassa propagandistica da parte del governo e della destra del trasferimento di un gruppo di Migranti e naufraghi da Lampedusa verso l’Albania“. Lo afferma. “Quei centri albanesi destinati a diventare – conclude il leader di SI – degli infernali centri di detenzione, peraltro con uno sperpero gigantesco di risorse pubbliche che potevano essere utilizzati in modo diverso e per scopi migliori”.
Von der Leyen ai leader Ue: “Lezioni da hub Italia-Albania”
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, invece, ha accolto con favore l’inizio dell’operatività degli hub in Albania. “Siamo già impegnati a rivedere, entro il prossimo anno, il concetto di Paese terzo designato sicuro. L’Unhcr e l’Oim sono pronti a collaborare con l’Ue su un approccio globale: aiutare i richiedenti asilo senza che debbano intraprendere viaggi pericolosi attraverso il Mediterraneo. Dovremmo inoltre continuare a esplorare le possibili soluzioni per quanto riguarda l’idea di sviluppare hub di rimpatri fuori dall’Ue, soprattutto in vista di una nuova proposta legislativa sui rimpatri. Con l’avvio dell’operatività del protocollo Italia-Albania saremo anche noi in grado di trarre lezioni pratiche da questa esperienza”, si legge in una lettera della leader di Bruxelles inviata ai capi di Stato e di Governo in vista del Consiglio europeo di giovedì.
Von der Leyen ai leader Ue: “Lavorare per rafforzare Schengen”
“Lavoriamo insieme per rafforzare le nostre frontiere esterne per beneficiare di un’area di libertà, sicurezza e giustizia nello spazio Schengen. La reintroduzione dei controlli alle frontiere dovrebbe essere una misura di ultima istanza, eccezionale e proporzionata alla minaccia individuata”, dice ancora von der Leyen nella sua lettera. “Il nuovo Codice delle Frontiere Schengen entrato in vigore a luglio specifica gli obblighi in materia. Gli Stati membri sono tenuti a rispettare questi principi – precisa -. La Commissione è pronta a facilitare consultazioni tra gli Stati membri interessati e insieme dobbiamo difendere la società e i benefici economici che il nostro spazio Schengen senza controlli alle frontiere ha portato. Questo è cruciale anche per il nostro obiettivo di migliorare la competitività. Dovremmo anche andare avanti con le fasi finali della rimozione dei controlli alle frontiere terrestri con i nuovi membri di Schengen, Romania e Bulgaria. Questo sarà un potente simbolo della vitalità e adattabilità di Schengen oggi”.
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