I promossi e i bocciati della serata conclusiva del Festival
TOP
Olly e Fedez – Il vincitore vero e quello morale. Olly si aggiudica la 75esima edizione con ‘Balorda nostalgia’ e rappresenterà l’Italia ai prossimi Eurovision. La sua interpretazione potente del brano ha conquistato il pubblico e la sua affermazione è stata apprezzata anche dall’Ariston che aveva appena finito di fischiare per l’esclusione di Giorgia e Achille Lauro dalla Top5 della kermesse. Ma che dire di Fedez? Per lui un quarto posto che vale oro. Era arrivato travolto dalle critiche e dal gossip. In pochi giorni ha incassato la richiesta di archiviazione nell’indagine sul pestaggio a Iovino, un terzo posto al Festival nel duetto con Masini su ‘Bella Stronza’ e una quarta posizione nella finalissima. Non male.
Semplicemente Bove – Insieme al vincitore protagonista assoluto della serata. Edoardo Bove sale con coraggio sul palco dell’Ariston per raccontare la sua esperienza e sensibilizzare sul tema del primo soccorso come strumento per salvare vite. La commovente storia di un ragazzo che ha lottato per la vita, tenendo l’Italia col fiato sospeso per lunghe ore. E ora cerca una sua dimensione, rischiando di veder svanire il suo sogno.
Re Carlo – Carlo Conti si rende protagonista di un Festival da record in termini di ascolti, frutto di un lavoro certosino che ha del miracoloso. Sembrava l’uomo rassicurante chiamato per amministrare una kermesse che, nelle previsioni, non sarebbe mai riuscita a raggiungere l’ultima di Amadeus. Ebbene, Conti ha fatto dimenticare in fretta il suo precedessore. Ha bandito i monologhi e dato ritmo alla conduzione. E, soprattutto, ha rimesso la musica al centro della manifestazione, sapientemente tenuta al riparo dai soliti casi, nonostante il ritiro di Emis Killa, la presenza di potenziali bombe a orologeria come Fedez, Tony Effe e Achille Lauro. Ha rischiato e ha vinto. Capolavoro.
FLOP
No Tony no party – Doveva essere uno dei protagonisti e lo è stato, anche se non nel modo in cui sperava. Fiacche le esibizioni in un pezzo che non sarebbe neanche male. Tony Effe deve lavorare sulla voce, decisiva nelle esibizioni dal vivo, autotune o no. Nel mezzo la polemica sull’outfit, tra tatuaggi cancellati e collane ingombranti.
Gli abbracci di Marcuzzi – Una gag ripetuta troppe volte rischia di diventare stucchevole. Alessia Marcuzzi, presentatrice navigata, dovrebbe saperlo. Eppure ripete la scenetta dell’abbraccio più di una volta, persino con un imbarazzato Achille Lauro, concentratissimo prima della sua esibizione. Un modo per strizzare l’occhio al Fantasanremo e far guadagnare punti ai concorrenti? Forse. Ma dopo un po’ annoia.
Il verdetto invertito – Era iniziato senza audio, è finito con un errore. Il Festival dei record ha avuto anche dei momenti complicati, come quando Carlo Conti ha invertito il vincitore del Premio della critica ‘Mia Martini’ (Lucio Corsi), con quello della sala stampa ‘Lucio Dalla’ (Simone Cristicchi). Annuncio errato che ha complicato terribilmente il lavoro degli operatori dei media proprio mentre mancavano pochi minuti alla proclamazione del vincitore del Festival. La stanchezza è comprensibile ma un po’ di attenzione in più non guasterebbe.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata