a notizia, che rimbalzava da giorni, ora è ufficiale, ribadita dal presidente Nicos Anastasiades
Papa Francesco ricollocherà 50 immigrati di Cipro in Italia. La notizia, che rimbalzava da giorni, ora è ufficiale, ribadita dal presidente Nicos Anastasiades davanti a Jorge Mario Bergoglio, nel discorso alle autorità cipriote. Francesco lascia l’annuncio al presidente del Paese che, in percentuale, accoglie più migranti degli altri membri dell’Unione europea. L’isola che è un crocevia plastico, geografico, del Mediterraneo, allo stesso tempo porta orientale d’Europa e porta occidentale del Medio Oriente.
Primo paese di destinazione, per quota di popolazione nell’accoglienza dei rifugiati, ma anche di grandi flussi di persone entrate da canali non legali attraverso i territori occupati. “La Sua iniziativa simbolica è, prima di tutto, un messaggio forte sulla necessità di una indispensabile revisione della politica di immigrazione dell’Ue – commenta il presidente – in modo che da un lato vi sia una divisione più equa della gestione dei problemi e dall’altro una vita più umana per coloro che immigrano negli Stati membri”.
Ed è all’Europa che il Papa si rivolge, chiedendo di prendere Cipro come esempio, di aprire gli occhi e accorgersi di come l’incontro e l’accoglienza, nell’isola, abbiano portato “frutti benefici a lungo termine”. Poi lancia un monito: “Il continente ha bisogno di riconciliazione e unità, ha bisogno di coraggio e di slancio per camminare in avanti. Perché non saranno i muri della paura e i veti dettati da interessi nazionalisti ad aiutarne il progresso, e neppure la sola ripresa economica potrà garantirne sicurezza e stabilità”.
Prima di partire per il suo 35esimo viaggio all’estero, Bergoglio ha ricevuto a Santa Marta 12 rifugiati accompagnati dall’Elemosiniere Konrad Krajewski. Risiedono in Italia e provengono dalla Siria, dal Congo, dalla Somalia e dall’Afghanistan. Sono transitati per il campo di Lesbo negli scorsi anni e sono stati accolti al loro arrivo dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra di loro, alcuni erano arrivati a Roma con il Papa, a bordo del suo stesso aereo, nel 2016. E, ancora, diretto in aeroporto, si è fermato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, vicino a Fiumicino, dove ha incontrato altri 15 profughi ospitati dalla parrocchia. “E’ un viaggio bello e toccheremo delle piaghe, spero che tutti possiamo accogliere i messaggi che troveremo”, ha detto a bordo dell’aereo che lo portava da Roma a Larnaca. Sull’Airbus di Ita, l’ha raggiunto anche il dramma dei migranti morti nella Manica, con un dono da parte di una parrocchia di Calais, in Francia. È un aquilone costruito con brandelli di tende dei rifugiati al confine continentale della Manica. Porta due iscrizioni, la prima è il nome di Aleksandra Hazhar, nata su un barcone, salvata e morta dopo appena tre giorni di vita. L’altra recita, in francese, ‘A tutte le persone esiliate e decedute sulla frontiera franco-britannica’. Una giornalista polacca ha poi chiesto al Papa una preghiera per i migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, Francesco ha assicurato “Lo farò”, toccandosi il petto all’altezza del cuore.
Davanti alle autorità civili, il Papa a Cipro non trascura la ferita che fa più male all’isola, quella della divisione, la “terribile lacerazione che ha subito negli ultimi decenni”. Bergoglio pensa al “patimento interiore” di chi non può tornare a casa e nei luoghi di culto. Prega per la pace, “per la pace di tutta l’isola, la auspico con tutte le forze”, ripete. E la via della pace, che “risana i conflitti e rigenera la bellezza della fraternità”, è segnata da una parola: “dialogo”.
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