Il Pontefice all'aeroporto di N'dolo
Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica di Kinshasa, Papa Francesco è arrivato in auto all’Aeroporto di N’dolo per la Santa Messa. Sono più di un milione le persone presenti all’aeroporto. Molti fedeli congolesi hanno trascorso la notte nei pressi dello scalo e hanno passato le ore prima dell’arrivo di Francesco cantando, ballando e entusiasmandosi per la prima visita papale nel Paese a stragrande maggioranza cristiana dall’ultimo viaggio di San Giovanni Paolo II nel 1985. “Oggi capisco l’entusiasmo di mia nonna quando è venuto Papa Giovanni Paolo II”, ha detto Julie Mbuyi, una madre di due figli di 45 anni che indossava un abito con raffigurato Papa Francesco. “Era così entusiasta di vederlo e la sera prima non riusciva a chiudere gli occhi!”.
Francesco aveva inizialmente programmato di visitare il capoluogo della provincia del Nord Kivu, Goma, ma ha dovuto annullare la sosta a causa dei combattimenti che hanno costretto circa 5,7 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, aggravando la crisi umanitaria in Congo. “Quando abbiamo saputo che Papa Francesco non sarebbe più venuto nella nostra provincia del Nord Kivu, io e mio marito abbiamo deciso di venire fino a Kinshasa per vederlo e ascoltarlo”, ha detto Jeanne Kahota mentre aspettava l’inizio della mess. Ha detto che era abbastanza grande da ricordare la visita di Giovanni Paolo, ma non è stata in grado di seguirla da vicino. “Ecco perché ci siamo detti che questo tipo di appuntamento non capita tutti i giorni, è eccezionale e non volevamo mancare di nuovo”.
L’omelia del Pontefice
“Gesù prima di dare agli apostoli il potere di perdonare, li perdona; non a parole, ma con un gesto, il primo che il Risorto compie davanti a loro. Egli, dice il Vangelo, ‘mostrò loro le mani e il fianco’. Mostra cioè le piaghe, le offre loro, perché il perdono nasce dalle ferite. Nasce quando le ferite subite non lasciano cicatrici d’odio, ma diventano il luogo in cui fare posto agli altri e accoglierne le debolezze. Allora le fragilità diventano opportunità e il perdono diventa la via della pace. Non si tratta di lasciarsi tutto alle spalle come se niente fosse, ma di aprire agli altri il proprio cuore con amore. Così fa Gesù: davanti alla miseria di chi lo ha rinnegato e abbandonato, mostra le ferite e apre la fonte della misericordia. Non usa tante parole, ma spalanca il suo cuore ferito, per dirci che Lui è sempre ferito d’amore per noi”. Così Papa Francesco durante l’omelia. “Fratelli, sorelle, quando la colpa e la tristezza ci opprimono, quando le cose non vanno, sappiamo dove guardare: alle piaghe di Gesù, pronto a perdonarci con il suo amore ferito e infinito. Lui conosce le tue ferite, conosce le ferite del tuo Paese, del tuo popolo, della tua terra! Sono ferite che bruciano, continuamente infettate dall’odio e dalla violenza, mentre la medicina della giustizia e il balsamo della speranza sembrano non arrivare mai. Fratello, sorella, Gesù soffre con te, vede le ferite che porti dentro e desidera consolarti e guarirti, porgendoti il suo Cuore ferito. Al tuo cuore Dio ripete le parole che ha detto oggi per mezzo del profeta Isaia: ‘Voglio sanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni'”, ha spiegato il Papa.
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