Ultimo giorno in Sud Sudan per il Santo Padre che ha celebrato la Messa davanti a decine di migliaia di persone al Mausoleo 'John Garang'
Questa mattina, dopo essersi congedato dal personale e dai benefattori della Nunziatura Apostolica di Giuba, Papa Francesco si è trasferito in auto al Mausoleo ‘John Garang’ per la Santa Messa. Al suo arrivo, dopo aver effettuato il cambio di vettura, il Santo Padre ha compiuto alcuni giri in papamobile tra i fedeli insieme a monsignor Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Giuba. In seguito ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in lingua inglese. Al termine, dopo l’indirizzo di saluto dell’Arcivescovo di Giuba, Papa Francesco, prima della recita dell’Angelus, ha rivolto ai fedeli e ai pellegrini presenti alcune parole di ringraziamento. Quindi si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Giuba per far rientro a Roma.
Papa Francesco ha lanciato un ultimo appello per la pace nel Sud Sudan, celebrando la Messa davanti a decine di migliaia di persone per concludere il viaggio apostolico e spingere il Paese a risollevarsi dalla guerra civile. Nell’ultimo giorno del suo pellegrinaggio africano, Francesco ha pregato la popolazione di deporre le armi e di perdonarsi a vicenda, presiedendo la messa al Mausoleo dell’eroe dell’indipendenza John Garang davanti a oltre 70.000 persone, tra cui i leader politici del Paese.
“Deponiamo le armi dell’odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità. Superiamo quelle antipatie e avversioni che, nel tempo, sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie. Impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce” ha detto Papa Francesco, nella sua omelia della messa al Mausoleo ‘John Garang’ a Giuba, in Sud Sudan, ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Africa. “E, anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti – ha aggiunto Bergoglio -, rinunciamo una volta per tutte a rispondere al male con il male, e staremo bene dentro; accogliamoci e amiamoci con sincerità e generosità, come fa Dio con noi. Custodiamo il bene che siamo, non lasciamoci corrompere dal male“.
Pace nella martoriata Ucraina e nel mondo
“Alla speranza vorrei associare un’altra parola, la parola di questi giorni e – lo auspico con tutte le forze – anche dei giorni a venire: pace” questo l’appello di Papa Francesco rivolgendosi ai fedeli prima della recita dell’Angelus al Mausoleo John Garang di Giuba. “Affidiamo la causa della pace in Sud Sudan e nell’intero Continente africano, dove tanti nostri fratelli e sorelle nella fede patiscono persecuzioni e pericoli, dove tantissima gente soffre a causa di conflitti, sfruttamento e povertà. Alla Madonna affidiamo anche la pace nel mondo, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina“, ha affermato il pontefice, che ha poi ha salutato: “Carissimi fratelli e sorelle, torno a Roma portandovi ancora di più nel cuore. Lo ripeto: siete nel mio cuore, siete nei nostri cuori, siete nei cuori dei cristiani di tutto il mondo! Non perdete mai la speranza. E non si perda l’occasione di costruire la pace. La speranza e la pace dimorino in voi, la speranza e la pace dimorino in Sud Sudan”.
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